
È evidente come la comunità in esame sia giunta ad uno stadio di stabilizzazione piuttosto avanzato: la quota di lungosoggiornanti al suo interno è, infatti, pari al 68,9%, una percentuale superiore a quella rilevata sul complesso dei non comunitari di oltre 6 punti percentuali. Tanto la popolazione non comunitaria nel suo complesso quanto la comunità peruviana fanno registrare una crescita della quota di lungosoggiornanti, rispettivamente da 61,7% a 62,3% e da 67,5% a 68,9%.
In riferimento ai motivi delle presenze alla data del 1° gennaio 2019, il grafico 3 mette in evidenza la prevalenza tra i permessi di soggiorno soggetti a rinnovo, relativi al complesso della popolazione non comunitaria, dei motivi familiari, cui è legato il 43,7% dei titoli, un valore in crescita di circa un punto percentuale rispetto all’anno precedente, a segnalare – insieme all’incremento della quota di lungosoggiornanti – un progressivo e costante processo di stabilizzazione sul territorio dei migranti.
Basti pensare che considerando i soli minori, i ricongiungimenti familiari coprono una quota pari al 93% circa dei titoli soggetti a rinnovo. Il lavoro rappresenta la seconda motivazione di soggiorno, con un’incidenza pari al 31% sui titoli soggetti a scadenza, percentuale inferiore di 2,6 punti a quella registrata l’anno precedente. Di tutto rilievo anche la quota di permessi di soggiorno legati a richiesta o detenzione di una forma di protezione: 18,7% a fronte del 17,1% registrato al 1° gennaio 2018. Il grafico 3 evidenzia come i motivi familiari rappresentino la principale motivazione di soggiorno in Italia anche per i cittadini peruviani, interessando oltre la metà dei titoli soggetti a rinnovo dei migranti appartenenti alla comunità (52,6%). In riferimento alla comunità peruviana la quota di ricongiunti tra i minori è pari a 96,9%. I permessi per motivi di lavoro ammontano invece a 11.887, pari al 41,7% del totale dei permessi a scadenza. I motivi di studio danno diritto di soggiorno in Italia a meno dell’1% dei cittadini peruviani titolari di permessi di soggiorno soggetti a rinnovo; solo l’1,7% è rilasciato per motivi umanitari e asilo, mentre il 3,1% dei permessi è stato rilasciato per altri motivi (cure mediche, motivi religiosi etc.). Rispetto all’anno precedente i permessi di soggiorno soggetti a rinnovo, relativi alla comunità in esame, sono diminuiti di oltre un punto percentuale. In particolare, si riduce la quota di titoli legati a motivi di lavoro (passati dal 46,4% al 41,7%), mentre crescono – in termini percentuali – i titoli legati a motivi familiari, la cui quota aumenta del 2,7%, e le richieste di protezione internazionale, passate dallo 0,5% all’1,7%.
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Il confronto con il complesso dei non comunitari regolarmente soggiornanti evidenzia quale elemento distintivo della comunità in esame l’alta incidenza dei permessi di soggiorno per motivi di famiglia, 52,6% contro 43,7%, e di quelli per lavoro, la cui incidenza è superiore di oltre 10 punti percentuali rispetto a quella rilevata sul totale dei non comunitari (41,7% a fronte del 31%).
Fonte: Rapporto annuale sulla presenza dei migranti (2019) Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali