
È evidente come la comunità in esame sia giunta ad uno stadio di stabilizzazione piuttosto avanzato: la quota di lungosoggiornanti al suo interno è, infatti, pari al 73,8%, una percentuale superiore a quella rilevata sul complesso dei non comunitari di oltre 11 punti percentuali. Così come per il complesso della popolazione non comunitaria in Italia si registra una crescita della quota di lungosoggiornanti (da 61,7% a 62,3%) nell’ultimo anno, anche all’interno della comunità in esame si rileva una variazione positiva dello 0,7%.
In riferimento ai motivi delle presenze alla data del 1° gennaio 2019,si mette in evidenza la prevalenza tra i permessi di soggiorno soggetti a rinnovo, relativi al complesso della popolazione non comunitaria, dei motivi familiari, cui è legato il 43,7% dei titoli, un valore in crescita di circa un punto percentuale rispetto all’anno precedente, a segnalare – insieme all’incremento della quota di lungosoggiornanti – un progressivo e costante processo di stabilizzazione sul territorio dei migranti. Basti pensare che considerando i soli minori, i ricongiungimenti familiari coprono una quota pari al 93% circa dei titoli soggetti a rinnovo. Il lavoro rappresenta la seconda motivazione di soggiorno, con un’incidenza pari al 31% sui titoli soggetti a scadenza, percentuale inferiore di 2,6 punti a quella registrata l’anno precedente. Di tutto rilievo anche la quota di permessi di soggiorno legati a richiesta o detenzione di una forma di protezione: 18,7% a fronte del 17,1% registrato al 1° gennaio 2018.
i motivi familiari rappresentano la principale motivazione di soggiorno in Italia anche per i cittadini tunisini, interessando il 60% circa dei titoli soggetti a rinnovo dei migranti appartenenti alla comunità. In riferimento alla comunità tunisina la quota di ricongiunti, tra i minori è pari a 89,8%. I permessi per motivi di lavoro ammontano invece a 9.440 pari al 34,9%. I motivi di studio danno diritto di soggiorno in Italia all’1,8% dei cittadini tunisini titolari di permessi di soggiorno soggetti a rinnovo; solo il 2% è rilasciato per motivi umanitari e asilo, mentre il 2,1% dei permessi è stato rilasciato per altri motivi (cure mediche, motivi religiosi etc.). Rispetto all’anno precedente i permessi di soggiorno soggetti a rinnovo, relativi alla comunità in esame, sono diminuiti del 6,9%. In particolare, si riduce la quota di titoli legati a motivi di lavoro (passati dal 38,9% al 34,9%), mentre l’incremento più significativo – in termini percentuali – riguarda i titoli legati ai motivi familiari, la cui quota aumenta di circa 3 punti percentuali (da 56,5% a 59,3%), seguiti dai motivi umanitari e asilo, che passano dall’1,4% al 2%. Sostanzialmente stabile la percentuale relativa ai motivi di studio.
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Il confronto con il complesso dei non comunitari regolarmente soggiornanti evidenzia quale elemento distintivo della comunità in esame l’alta incidenza dei permessi di soggiorno per motivi di famiglia, di circa 16 punti percentuali più elevata rispetto a quella registrata sul complesso dei non comunitari. La quota di tunisini sul totale dei migranti soggiornanti per motivi di famiglia è pari al 2,6%; mentre l’incidenza dei permessi per lavoro rilasciati ai cittadini della comunità in esame sul totale dei permessi di tale tipologia è del 2,2%.
Fonte: rapporto sulla presenza dei migranti in Italia (2019) Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali