Padre Geppo il gesuita francescano

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GEPPO CUSCINO 1

Padre Geppo era un gesuita come Papa Francesco, e’ conosciuto da moltissime persone per gli Alunni del Cielo, un coro che ha fondato come risposta cristiana alla contestazione del ‘68.
Era un uomo di preghiera fedele alla Messa quotidiana, a frequenti visite al Santissimo, alla confessione ogni 1-2 settimane (andava al Convento di S.Antonio), alla preghiera del Rosario (uno o due al giorno), all’Ufficio completo delle letture. Chi l’ha conosciuto ricorda i suoi inviti ad andare a salutare Gesù prima di entrare in sede o prima di andarsene.
Viveva da povero quasi per abitudine, non per disprezzo del denaro o disprezzo della ricchezza, ma essendo di origini contadine aveva conservato lo spirito che lui chiamava di “raccoglimento”: raccoglieva anche i panini gettati nei cestini della vicina scuola per mostrarli ai ragazzini e educarli a non sprecare per rispetto ai poveri, recuperava tutto il possibile pur di darlo ai poveri.
Era un gesuita, molto istruito, molto aggiornato sulla società e sulla vita dei giovani, ed allo stesso tempo viveva come un francescano povero con le scarpe e il giubbotto sempre rattoppati.

Fedele alla Chiesa al 100%, amava chiedere in ogni diocesi la benedizione del vescovo locale, seguiva e leggeva i testi del Papa a tutti anche ai bimbi delle medie, andava in udienza a Roma ogni 2-3 anni, per educare i suoi gruppi a rimanere fedeli al Papa
Metodico e preciso nei suoi orari di vita e di lavoro, creativo e ispirato nell’evangelizzazione, come dimenticare il suo Fiat Fiorino, adibito a confessionale di fronte ai supermercati o i suoi colloqui spirituali con persone in difficoltà, passeggiando nei corridoi del centro commerciale Le Gru.
Si fidava della Provvidenza che non l’ha mai abbandonato. Tanti ricordano le sue telefonate a Morricone, Albano, Celentano, Zero, Villa per ottenere basi e canti per l’evangelizzazione, cercava i personaggi famosi e offriva preghiere, invitando ad aiutare solo per il Regno di Dio.
Uno dei suoi crucci era di avvicinare tante persone a Dio, con la musica aveva gli Alunni del Cielo, con cui ha fatto oltre 30 tour estivi in mezza Europa e oltre 1000 concerti, con il telefono fondò Voce Amica, una chatline cristiana che trasmetteva ogni giorno una vitamina spirituale di 2 minuti, per il quartiere diffondeva i suoi volantini Nazareth, stampati in 500-1000 copie settimanali che diffondeva camminando e salutando con simpatia e con discrezione tutti quelli che incontrava. Ogni mezzo era buono per diffondere il Vangelo.
Era solito chiamare i giovani alla missione “Cosa ti impedisce di seguire Gesù?”, cosa potevi rispondere se non seguirlo?
Gli ultimi anni della sua attività risentirono della vecchiaia, ma la fede e la sua umiltà non lo abbandonarono, lasciò anche la sua creatura più grande Gli Alunni del Cielo, decidendo di  dare fiducia a un piccolo gruppo di giovani che potessero continuare la sua opera, che ancora oggi vive. Un gesto non di grande sapienza e difficilissimo per un fondatore di qualsiasi opera.
Era un carattere forte, un leader, ma anche una guida semplice perchè viveva davvero quello che predicava.
Era anche una persona molto sensibile, amante dell’arte, della fotografia, della natura. Ai poveri che aiutava dava spesso anche dei fiori, per arricchire la povertà con la bellezza.
Da metà degli anni 90 ha aperto la sua sede all’accoglienza di mamme e bambini, vittime di tratta, profughi e giovani che volevano fare esperienze di servizio e discernimento.

Cosa ci resta di Padre Geppo? Certamente restano gli Alunni del Cielo nel gruppo storico Amen che non ha mai smesso la sua attività, nel gruppo Revival che si è ricostituito aggregando tanti cantori degli anni 80 e 90, e nel gruppo Osanna dei più piccoli, tutti uniti dall’annuncio del Vangelo con la musica e il canto.
Resta anche una fede viva in centinaia di giovani oggi adulti, che Geppo ha plasmato e formato con la sua preghiera e le sue catechesi, che a volte parevano interminabili, ma che anche per i suoi detrattori erano originate da una fede incrollabile e un desiderio di lavorare solo per il Regno di Dio.

“Frequentavo la quinta Elementare e un giorno è arrivato a Montà Padre Geppo Arione. Ci ha parlato della missione, ha chiesto chi voleva diventare missionario in Africa e io ho sono stato l’unico ad alzare la mano!”
(Padre Tonino Taliano, missionario in Madagascar, e con lui negli anni alcune decine di altri missionari risposero di sì)

I GESUITI RICORDANO PADRE GEPPO

Il P. Giuseppe Arione, nato a Castiglione Tinella (CN) il 22 marzo 1922, entrato nella Compagnia a 16 anni di età il 7 Settembre 1938 nel Noviziato della allora Provincia Torinese a Cuneo, dove ha fatto il Carissimato fino al 1943; dal 1943 al 1946 ha frequentato il corso di Filosofia a Gallarate (VA), il Magistero l’ha fatto all’Arecco di Genova, e dal 1948 al 1953 ha frequentato il Corso di Teologia
a Chieri dove è stato Ordinato Sacerdote il 15 Luglio 1951 dal Card. Fossati, nell’anno 1952- 1953 a Firenze ha fatto la sua Terza Probazione.
Dal 1953 al 1977 è stato a Cuneo dove è stato impegnato in tempi diversi come Promotore delle Vocazioni, Direttore Diocesano dell’Apostolato della Preghiera, Direttore delle Congregazioni Mariane, Assistente degli Ex-alunni della Scuola Apostolica, Assistente dell’Associazione Giovanile “Alunni del Cielo”. Dal 1977 al 2006 il suo riferimento è stato Torino all’Istituto Sociale con impegni di vario genere, tra cui la cura pastorale dei circensi, ma che sempre hanno avuto un elemento in comune e cioè la Corale “Alunni del Cielo”, ricostituita ed ampliata. Questo anno a Cuneo, il giorno di Pasqua, presente  il Viceprovinciale, essa ha voluto festeggiare il suo fondatore P. Geppo nel suo compleanno, e il 40° anniversario della sua fondazione. Uomo ricco di iniziative e pronto a spingere la sua Corale “Alunni del Cielo” a portare con il canto il messaggio Cristiano in varie parti del mondo.
Nel 2006 è passato a Torino nella Nostra Residenza dei SS. Martiri, fin quando la scoperta di un tumore in stato avanzato l’ha riportato a Cuneo dove ha iniziato e concluso la sua Vita Religiosa pronto
per raggiungere la Casa del Padre.

Senza coraggio non è possibile ottimismo e senza ottimismo non è possibile felicità (Silvana De Mari)

9. E’ possibile la felicita’ con un uomo o una donna gia’ impegnati?