Per tutti i malati: lettera di Don Benzi a Welby

QUANDO DON BENZI SCRISSE A WELBY: Piergiorgio Welby, colpito da distrofia muscolare, chiese l’eutanasia. Don Oreste Benzi gli scrisse. Welby morì nel 2006 dopo che gli fu staccato il respiratore.

Caro Piergiorgio, viviamo come Comunità Papa Giovanni XXIII da oltre quarant’anni con miodistrofici, spastici, emiplegici, tetraplegici, muti, ciechi e tante altre forme di disabilità o handicap come chiamarle si voglia.

Abbiamo scoperto, in tutti questi anni, che non c’è gioia più grande di sentire che tutti hanno una missione essenziale per l’umanità: essi non la comprendono con le parole, ma la sperimentano vivendola. Quello che può dare un ragazzo handicappato in una famiglia nessun altro lo può fare. I ragazzi handicappati psichici gravissimi sono i migliori educatori nelle nostre comunità terapeutiche. Nelle scuole che frequentano diventano “centro educativo e formativo”. Ovunque essi si trovino fanno umanità. Abbiamo scoperto che non c’è missione che uguaglia la loro. La loro missione è di fare diventare umana questa umanità malata di disumanità!

Tu mi ricordi la signora Benzi che è vissuta per più di vent’anni nel polmone d’acciaio. Lei era diventata e rimane un faro luminoso per l’umanità. Mi ricordi il dottor Gianni Selleri, che da poco ci ha lasciato. Crocifisso sulla sua carrozzella, è diventato maestro di umanità e guida assieme alla nostra associazione nella lotta per la liberazione degli handicappati.

Ora ti dico, Piergiorgio: tu detieni in te un bene grande che appartiene a tutti noi e che solo tu puoi dare. Non ti chiedo solo di restare con noi, ma di unirci insieme alle migliaia di ragazzi disabili e in difficoltà per compiere questa missione di giustizia. La grazia è quindi di poterci unire noi a te, per portare avanti la lotta, per rendere più umana questa umanità.

Il tuo corpo non è un oltraggio, ma un bene immenso che appartiene a tutta la società. Esci da te stesso e troverai un mondo che ti abbraccia.

Don Oreste Benzi

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