Forse avrete già visto uno dei puff-piece (NDR articoli esageratamente elogiativi) sulla maternità surrogata: una donna accetta di “dare il dono della vita ad altri” che non sono in grado (o non vogliono) di partorire il proprio figlio, portando un bambino formato da un ovulo “donato” (a volte molto costoso) che è stato fecondato in vitro dal sperma di uno degli aspiranti genitori. Questa è la maternità surrogata gestazionale, la forma più comune praticata oggi.
Il quadro esteriore presentato è normalmente tutto positivo e acritico ed è o un contributo a notizie banali sulle celebrità, oppure, nel caso di genitori gay, lo strombazzare di un’altra vittoria per i “diritti LGBT+”. Un ritratto patinato di “famiglie felici”.
O forse avrete letto uno dei più recenti resoconti dei media LGBT+ sugli uomini gay che hanno figli tramite maternità surrogata, dove la parola “maternità surrogata” è bandita dalla pagina, insieme a qualsiasi riferimento al coinvolgimento di una donna in nessun momento del procedimento. Il “Ministero della Verità” sembra voler creare l’illusione che gli uomini non abbiano bisogno delle donne per produrre figli.
La maternità è cancellata, e forse dobbiamo credere che sia sostituita da cicogne arcobaleno. Non una donna in vista. E queste donne “periferiche” che lavorano dietro le quinte? Nella maternità surrogata gestazionale, il bambino sarà biologicamente estraneo alla sua madre naturale (madre surrogata). Trasportare un feto con materiale genetico estraneo può causare gravi complicanze e difficoltà. Tutte le gravidanze da maternità surrogata sono gravidanze ad alto rischio, sia per la madre naturale che per il bambino. In tutte le gravidanze c’è il rischio che la madre muoia. Quando si tratta di maternità surrogata, il rischio aumenta. Il 15 gennaio 2020, Michelle Reaves di San Diego, California, è tragicamente morta a causa di un’embolia amniotica mentre portava in grembo un bambino come surrogata.
Gli studi nella letteratura medica indicano tassi più elevati di nascite pretermine e bambini con basso peso alla nascita nelle gravidanze da maternità surrogata gestazionale, nonché tassi più elevati di pre-eclampsia (ipertensione materna), placenta previa e diabete gestazionale materno. Le gravidanze da maternità surrogata comportano anche un tasso più elevato di parti cesarei, che costituiscono un rischio maggiore sia per la madre che per il bambino. Oltre a tutto questo vi sono le prove emergenti di un legame tra farmaci per la fertilità e cancro. Le donne sono a più alto rischio di embolia amniotica, una condizione con un tasso di mortalità spaventosamente alto sia per la madre che per il bambino, se presentano i problemi placentari sopra descritti o se hanno un taglio cesareo: tutti i rischi associati alle gravidanze da maternità surrogata. Il bambino è stato, fortunatamente, salvato; ma Michelle Reaves ha perso la vita, due bambini piccoli hanno perso la madre e un marito ha perso la moglie.
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Le donne rischiano la vita quando firmano contratti di maternità surrogata. Nel Regno Unito, la maternità surrogata commerciale (a pagamento) dovrebbe essere illegale e coloro che desiderano una maternità surrogata commerciale e sono abbastanza ricchi da farlo, possono andare all’estero dove è legale, come in California, dove la maternità surrogata commerciale frequentemente comporta somme a sei cifre. Turismo da maternità surrogata.
La lobby LGBT+ pensa che tutto questo sia fantastico. La maternità surrogata commerciale – commercializzare bambini – è così diversa dal pagare qualcuno per il loro rene? La vendita di organi umani da parte di donatori viventi è illegale in tutto il mondo, tranne che in Iran: lo stesso Paese che sovvenziona il cambio di genere come “terapia” di conversione per le persone LGB e che impicca le persone dalle gay per l’omosessualità. Ci sono validi motivi per vietare la vendita di “organi viventi”. È una forma inaccettabile di strumentalizzazione che crea una classe di mietitori tra coloro che hanno un reddito più basso, che sacrificheranno la loro integrità fisica e metteranno a repentaglio la loro salute e la loro vita sotto costrizione finanziaria. Saranno i ricchi a comprare lobi del fegato e i reni, e i poveri a venderli. Non il contrario.
by Gary Powell *, CBC European Special Consultant
* è un attivista gay
Articolo originariamente pubblicato su “Lesbian and Gay News”