Piu’ schiavi oggi che in tutto il periodo della tratta africana dal 1450 al 1900

“Paradossalmente pochi sanno che la schiavitu’ esiste ancora. Pochi sono  informati dell’esistenza di un Comitato delle Nazioni Unite che si riunisce  ogni anno a Ginevra per discutere le forme moderne della schiavitu'” afferma  p. Damaso Masabo, Procuratore Generale dell’ordine dei Mercedari, nella sua  relazione al convegno “Le schiavitu’ del III° Millennio e la risposta dei  Mercedari” che si e’ aperto oggi, 10 novembre, a Roma.  “La schiavitu’ e’ un business in espansione e il numero degli schiavi e’ in  aumento” ricorda p. Masabo, citando uno studio recente. “Si usano schiavi  per diventare ricchi e, una volta che si è finito di usarli, non si deve  fare altro che scartarli. Questa è la nuova schiavitù, fondata su alti  profitti e vite a poco prezzo”.  Il religioso nel descrivere questa triste realtà afferma che “la schiavitù  oggi non è espressa negli stessi termini di una volta: lo schiavo non deve  necessariamente essere di un certo colore o avere mandibole forti per essere  venduto o comprato. Attualmente la domanda si formula nei seguenti termini:  “è sufficientemente vulnerabile per essere ridotto allo stato di schiavo?”. 

La schiavitù moderna è quindi intrinsecamente legata alle migrazioni che  interessano decine di milioni di persone in tutto il mondo. P. Masabo  ricorda infatti che “le migrazioni sono sensibilmente aumentate durante gli  ultimi 40 anni . Tendono ad essere temporanee, suscitando così movimenti  ripetuti; ciò costituisce un mercato fruttuoso per le agenzie di  reclutamento. I flussi migratori, con il traffico degli esseri umani,  prendono un aspetto che può essere definito con una sola parola: profitto.  Si suppone che il 15/30% degli immigrati sprovvisti di documenti abbia fatto  ricorso ai servizi dei trafficanti”.  Il religioso nota inoltre che “la mancanza di strutture economiche,  politiche e sociali per garantire alle donne le stesse opportunità nel mondo  del lavoro ha contribuito certamente alla femminilizzazione della povertà,  che ha provocato a sua volta una femminilizzazione delle migrazioni,  obbligando le donne ad abbandonare le loro case alla ricerca di soluzioni  economiche vitali”. Soggetti alle nuove forme di schiavitù sono quindi  soprattutto donne e bambini. Le cifre riportate da p. Masabo sono  impressionanti: attualmente più di 27 milioni di persone sono soggiogate nel  mondo, cifra superiore gli 11.698.000 deportati catturati in Africa tra il  1450 e il 1900.

Secondo dati dell’ONU, 4 milioni di donne sono vendute ogni  anno per essere obbligate a prostituirsi e ridotte allo stato di schiave o  sottomesse al matrimonio forzato, 2 milioni di bambini tra 5 e 15 anni sono  introdotti ogni anno nel commercio sessuale. Si calcola che durante gli  ultimi 30 anni, altri 30 milioni di donne asiatiche sono cadute nelle reti  di sfruttamento.  “In risposta a queste situazioni, i Mercedari creano spazi di libertà e di  realizzazione personale per quelle masse di gente che la società postmoderna  continua ad abbandonare alla loro propria morte” afferma p. Masabo. “Nelle  parrocchie, nelle scuole ed in altre istituzioni i Mercedari portano una  forte dose di questo spirito redentore e costituiscono una cornice  privilegiata di formazione per rendere testimonianza con parole, fatti e  segni vivi, all’azione dello Spirito di Dio che agisce nel mondo  contemporaneo attraverso il carisma liberatore della Mercede”.  In pieno 21esimo secolo, i Mercedari, così, tengono vivo lo spirito della  loro Congregazione religiosa nata nel 13esimo secolo per liberare gli  schiavi cristiani. (L.M.)

Agenzia Fides

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