Prostituzione cinese. Il nuovo bacino di schiave

Foto di 拾叁 簡 da Pixabay

Le donne cinesi portate in Italia per prostituirsi sono schiave. In realtà, non sono altro che merci, prodotti. Indossano vestiti solo quando lavorano. Il resto dell’anno sono costrette a girare per casa in mutande. Qualcuno le valuta e seleziona il segmento di mercato più appropriato per queste donne. Come se si trattasse di vestiti o giocattoli di imitazione. Prezzi bassi, cambio regolare delle “offerte”, identificazione dei clienti .

Il mercato è diviso in due settori: quello cinese, per il quale vengono riservate le donne migliori, e quello italiano. Nulla è lasciato al caso, l’organizzazione ha dinamiche assolutamente commerciali. A Roma, venne perfino usato di un call center a cui rispondevano donne cinesi con una buona conoscenza dell’italiano, che fissavano l’appuntamento e sceglievano la prostituta in base a quanto intendesse spendere il cliente.

E’ quasi sempre una donna a gestire direttamente le prostitute per conto dell’organizzazione, una madame.
La pubblicizzazione delle ragazze prostituite, avviene porta a porta o sui social o tramite biglietti con scritto “massaggi per uomini”. I clienti cinesi ricchi non sono interessati al semplice rapporto. L’incontro con una prostituta si prolunga per l’intera sera, durante la quale è molto frequente l’utilizzo di droghe (anch’esse cinesi, come il k-fen)

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Per gli italiani, un incontro sessuale con una prostituta cinese in un appartamento o in un centro massaggi può costare dai 30 ai 50 euro. Sul marciapiede costa meno di 15 euro. Per le donne di altre nazionalità che le accettano nelle loro case, il prezzo è molto più alto, tra i 100 e i 200 euro.

Le donne non si ribellano, perché si sottomettono ai loro sfruttatori.

Nella maggior parte dei casi, queste donne provengono dalle zone rurali della Cina settentrionale, in particolare dal Liaoning. La maggior parte di loro ha meno di 20 anni. Le loro famiglie sono povere, senza marito e senza figli. Queste donne sono disperate e partono per l’Europa, sapendo bene a cosa vanno incontro. Nella loro disperazione, si abbandonano nelle mani dei loro sfruttatori.

Il traffico di esseri umani è gestito dalla mafia cinese nel Paese e le donne passano da Parigi con visti turistici. Quando arrivano in Italia, sono controllati da bande criminali, ma non necessariamente da organizzazioni come la mafia.

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Con i loro sfruttatori, le prostitute spesso non riescono nemmeno a comunicare. Gli uomini vengono infatti dallo Zejan, dove si parla un dialetto molto diverso da quello del Liaoning. I loro aguzzini arrivano a guadagnare oltre mille euro al giorno.Questo terribile sfruttamento necessita di maggiori indagini e lavoro di polizia.

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