Pseudo-omosessualita’ negli animali

Alcune nozioni base che smontano il concetto che biologicamente esista l’omosessualita’ negli animali.

1 ) Nelle specie che hanno una ridottissima differenza sessuale ( scarso dimorfismo sessuale) come in alcuni uccelli o nei rospi ecc., esiste l’incapacità di riconoscere il sesso del partner : questo induce ad approcci e corteggiamenti di tipo omosessuale.

2) Il comportamento sessuale è determinato anche dalle fasi dell’imprinting ( cioè della formazione comportamentale) e le esperienze dell’imprinting possono essere errate.

3) Nei mammiferi, che hanno un elevato grado di specializzazione e di dimorfismo sessuale, le manifestazioni sessuali costituiscono anche una forma di linguaggio.
L’atto di montare un individuo dello stesso sesso ha il significato:

A) di una minaccia di aggressione

B) un’affermazione di superiorità di rango

C) un rituale di accettazione di un ordine all’interno del gruppo ( manifestazioni paragonabili al saluto militare )

D ) un’offerta sessuale di tipo femminile con funzione di acquietare l’altro, d’ingraziarselo e di assicurarsi la sua protezione in caso di
necessità: per esempio, quando due babbuini maschi si incontrano, si salutano voltando il posteriore al compagno.

E) una liturgia per allentare le aggressività che si producono nel gruppo e per mantenere la coesione

L’omosessualità è un comportamento “naturale” perché si verifica anche fra gli animali?

Un errore, nel quale s’incorre spesso, sta nel ritenere di poter confrontare il comportamento umano con quello puramente animale, come se si trattasse di realtà omogenee.

Per esempio, se fra gli animali si verificano atti d’inaudita ferocia, come l’uccisione dei propri piccoli, degl’individui più deboli o del partner dopo l’accoppiamento, ciò non significa che gli uomini debbano regolare la propria vita con le stesse modalità degli esseri viventi non dotati di autocoscienza e di ragione. Le leggi con cui vanno regolati i comportamenti umani sono di natura diversa e vanno cercate là dove Dio le ha scritte, cioè nella natura umana.

Gli atti di tipo omosessuale che, in casi particolari, possono verificarsi fra gli animali sono ancora di difficile interpretazione e gli studi in materia sono soltanto agl’inizi.

Nelle specie che hanno uno scarso dimorfismo sessuale – cioè all’interno delle quali esistono sì due tipi differenti per morfologia, fisiologia o comportamento, ma questa differenza è ridotta – esiste l’incapacità di riconoscere il sesso del partner e questo induce ad approcci e a corteggiamenti di tipo omosessuale e porta i maschi a montare altri individui dello stesso sesso con manifeste intenzioni copulatorie (1).

In molti uccelli e pesci, specie che non hanno grandi differenze fra i due sessi, l’essere dominante – dice il medico austriaco Konrad Zacharias Lorenz (1903-1989), fondatore dell’etologia, la disciplina biologica che studia le abitudini e i costumi degli animali e l’adattamento delle piante all’ ambiente – reprime, fino al limite della soppressione, la sessualità femminile e l’essere dominato reprime la sessualità maschile: non bisogna dimenticare che per gli animali l’essenza della femminilità consiste nell’ essere sottomesso, cioè “messo sotto” in senso propriamente fisico (2).

Molti pesci – per esempio i labridi della specie Thalassoma bifasciatum – iniziano la vita come femmine e costituiscono banchi di sole femmine, guidati da un maschio. Se il maschio viene tolto dal gruppo, la femmina più robusta cambia colore e si trasforma in un maschio, che domina il gruppo ed è capace di fecondare. Fra i pesci pagliaccio – Amphiprion – una coppia dominante inibisce la crescita degli altri membri. Se viene tolta la femmina, il maschio suo compagno si trasforma in femmina e dal gruppo d’
individui indifferenziati un pesce si sviluppa in maschio (3).

Fra i piccioni possono formarsi coppie di tipo omosessuale: il piccione dominante impersona la parte maschile e quello dominato la parte femminile (4).

Anche fra le oche i sessi non presentano grandi differenze esterne; così si può dare un legame fra due maschi che si comportano come una coppia, ma con una particolarità: a ogni primavera essi provano ad accoppiarsi, ma entrambi rifiutano di essere montati. Una femmina può inserirsi fra loro e accoppiarsi con uno o con entrambi: la coppia di maschi, che può avere una femmina in comune, sarà superiore in combattimento alle coppie normali perché il potenziale di combattimento di due maschi è superiore a quello di una coppia (5).

Qual è il significato degli atti di tipo omosessuale che si verificano nei mammiferi?

L’etologo austriaco Irenäus Eibl-Eibesfeldt spiega che nei mammiferi, animali che presentano un elevato grado di specializzazione e di dimorfismo sessuale, l’atto di montare un individuo dello stesso sesso ha il significato di una minaccia d’aggressione o vuol essere un’affermazione di superiorità di rango. Fra i macachi, per esempio, tale azione ha anche il significato di accettazione di un ordine all’interno del gruppo, che serve a rafforzarne i vincoli. Il macaco superiore di rango è in genere il primo a montare, ma spesso anche gl’individui di rango inferiore lo montano a loro volta: lo zoologo statunitense Carl Buckingham Koford (1915-1979) paragona queste manifestazioni al saluto militare (6).

La zoologa Isabella Lattes Coifmann spiega che, quando due babbuini maschi s ‘incontrano, si salutano voltando il posteriore al compagno: si tratta di un ‘offerta sessuale di tipo femminile con funzione di acquietare l’altro, d’ingraziarselo e di assicurarsi la sua protezione in caso di necessità (7).

La stessa zoologa riferisce che i bonobo – detti anche scimpanzé nani – praticano accoppiamenti normali, incestuosi e omosessuali in tutte le circostanze della vita. Queste manifestazioni sono continue, ma rappresentano una strategia per bloccare l’aggressività altrui, per allentare le tensioni che si producono nel gruppo e per mantenere la coesione: infatti, i maschi giungono all’eiaculazione solo se hanno per partner una femmina sessualmente matura (8).

Il comportamento sessuale animale è determinato anche dalle fasi dell’imprinting, cioè della formazione comportamentale, e le esperienze dell’imprinting possono essere “errate”: per esempio, alcuni uccelli, allevati fin da piccoli da esseri umani, tentano l’accoppiamento con essi anche a dispetto d’intervenute convivenze con congeneri (9).

Inoltre, non bisogna dimenticare che certi meccanismi comportamentali animali non sono sempre finalizzati alla sopravvivenza dell’individuo o della specie, ma possono manifestare patologie e devianze da eccesso o da carenza di funzione, le quali portano anche a squilibri distruttivi

Bibliografia:
Bruto Maria Bruti, Domande e risposte sul problema dell’omosessualità, in Cristianità n.314, novembre-dicembre 2002

Bruto Maria Bruti
LA NOSTRA SESSUALITÀ
Felicità, desiderio e piacere nell’essere umano

pp. 168 – € 15,50
ISBN 978-88-7198-593-0

Questo libro è un sollievo. Il professor Bruti ci parla di cose belle, grandi, importanti. Ci parla di amore, di un progetto personale che si compie nell’unione con l’altro, del desiderio di potersi abbandonare nel completo godimento di un eterno abbraccio. È un sollievo, dicevo, leggere di noi stessi, della nostra sessualità e della persona che amiamo in questi termini. Dopo anni in cui gli «esperti» hanno tentato di convincerci che la gioia è «nient’altro che» un «orgasmo», che la persona amata è «nient’altro che» un «oggetto sessuale», che il sesso è «nient’altro che» un «meccanismo relativamente semplice che provvede alla reazione erotica quando gli stimoli fisici e psichici sono sufficienti», finalmente qualcuno ci dice che in realtà dell’altro ci sarebbe: il nostro desiderio di sentirci amati in modo unico, esclusivo, incondizionato, per sempre (dalla Presentazione di Roberto Marchesini).

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