Quanti e dove sono i senza fissa dimora in Italia?

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Apanuta, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

Quanti sono i clochard in Italia?
Le persone senza dimora non sono poche: in Italia è senza dimora lo 0,2% dell’intera popolazione residente, ed è un dato che è in linea con quello che accade nei principali Paesi sviluppati. Non si tratta di un fenomeno di nicchia, né di una conseguenza di particolari assetti sociali. Se considerassimo, in base a dati tra l’altro già disponibili in altre indagini ISTAT, anche le altre categorie, il numero crescerebbe di molto, senza che si esca dalla categoria che in Europa ed USA è considerata homelessness. Questo 0,2% è dunque la punta di un iceberg, sotto la quale sta una platea di soggetti emarginati e a rischio sempre crescente di emarginazione che si sta estendendo talmente da toccare direttamente ciascuno di noi, in persona o comunque nelle proprie reti di prossimità. Essere senza dimora non è dunque una scelta di alcuni o una opzione bohémienne di pochi romantici, ma un rischio connaturato all’attuale assetto sociale ed economico, che sembra potersi riprodurre solo producendo emarginazione. Come sa chi naviga i mari nel nord, gli iceberg, quando le basi crescono troppo e le punte si allargano, rischiano di rovesciarsi, e quando un iceberg si rovescia produce un piccolo tsunami, spesso fatale per chiunque si trovi nei paraggi…A voi portare a conclusione questa metafora….

Un secondo elemento da sottolineare è che la geografia dell’homelessness è varia: non è più un fenomeno solo metropolitano né una caratteristica tipica delle aree più affluenti e servite del Paese. Certo, realtà come Milano e Roma continuano a giocare una grossa parte nelle rappresentazioni territoriali del fenomeno, ed è normale che dove si offrono servizi si concentrino le persone; tutto questo però non accade più solo in alcune aree del Paese, ma sta dilagando, lentamente ma inesorabilmente anche in Provincia. La nascita di molti nuovi servizi di cosiddetta “bassa soglia” in piccole città e comuni lontani dai grandi centri urbani che l’indagine ha messo in rilievo non si spiega certo con un qualche recondito e perverso desiderio di “attrarre” homeless sul proprio territorio da parte di amministratori stravaganti, ma non può che essere una risposta di emergenza a un’emergenza che si presenta. Chi dovesse continuare a pensare al “clochard” come ad un’espressione tipicamente urbana e metropolitana, rischierebbe di chiudere gli occhi su una emarginazione assolutamente simile ed altrettanto grave che, pur apparendo meno di come lo stereotipo vorrebbe, è tuttavia presente in mezzo a noi e sotto le nostre case, ovunque ci troviamo nel Paese.
Paolo Pezzana – Presidente fio.PSD

 

Non conoscere le proprie radici é un dolore (Silvana De Mari)

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