
Nato a Tagaste (situata nell’odierna Algeria) nel 354, Agostino era figlio di Patrizio, un piccolo proprietario terriero, e di Monica, fervente cristiana. Compì gli studi presso Madaura, Tagaste e Cartagine, come autodidatta si interessò alla lettura di Cicerone e dei classici (fu la lettura dell’Ortensio di Cicerone che fece sgorgare in lui l’amore per la filosofia).
Dopo la morte del padre aprì una scuola di retorica a Tagaste (373), poi insegnò a Cartagine (374-383), quindi, insoddisfatto, decise di trasferirsi a Roma. A Milano, dove infine si stabilì, ottenne la cattedra di retorica. Agostino, pur avendo ricevuto un’educazione cristiana dalla madre, non aderì da subito alla religione cattolica, nutriva infatti molti dubbi sulla sua validità (in particolare lo ripugnava lo stile della Bibbia e aveva una concezione tendenzialmente materialista della realtà).
A Milano Agostino incontrò Sant’Ambrogio: negli anni che vanno dal 384 al 387 maturò la sua conversione al Cristianesimo. Gli ostacoli che più si frapposero sulla via della piena maturazione cristiana furono l’abbandono della donna con la quale aveva vissuto per quattordici anni e che gli aveva dato un figlio, Adeodato, e la decisione di convivere con un’altra donna. Solo nel 386, colpito dalla vita monastica, decise la piena conversione. Nel 387 decise di farsi battezzare, di abbandonare la donna con la quale conviveva e dare una svolta alla sua vita di “bagordi e di lussuria”, infine lasciò anche l’insegnamento. Sant’Ambrogio lo battezzò a Milano, dopo un periodo di ritiro a Cassiciacum, in Brianza.
Deciso il ritorno in Africa, fu sorpreso dall’improvvisa morte della madre, ad Ostia, mentre due anni dopo morì anche suo figlio. Nel 391 venne ordinato sacerdote della Chiesa cristiana, nel 396 divenne vescovo di Ippona (l’attuale Bona). Da questo momento in poi si dedicherà agli scritti di natura religiosa e alla lotta contro le eresie, tra le quali il Donatesimo, il Pelagianesimo e il Manicheismo, diventanto uno dei padri fondatori del Cristianesimo.
La vita di Sant’Agostino fu caratterizzata da un percorso religioso irto di difficoltà e ripensamenti, di indecisioni e di periodi nei quali Agostino stesso, nelle Confessioni, si definisce “caduto nel peccato”. Tale percorso lo portò a incarnare la figura, per molti tratti emblematica, dell’uomo che approda con sofferenza e a tappe forzate di maturazione alla religione cristiana, vista come suprema conquista della verità e del bene.