Senso e scopo del digiuno quaresimale

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Il digiuno quaresimale ha certamente una dimensione fisica, oltre l’astinenza dal cibo, può comprendere altre forme, come la rinuncia volontaria del fumo, di alcuni divertimenti, di internet, della televisione,… Il digiuno è solo il segno esterno di una realtà interiore; è un rito che deve rivelare e supportare un cammino  interiore.

Il quarto precetto (« In giorni stabiliti dalla Chiesa astieniti dal mangiare carne e osserva il digiuno ») assicura i tempi di ascesi e di penitenza, che ci preparano alle feste liturgiche e a farci acquisire il dominio sui nostri istinti e la libertà di cuore.

1434 La penitenza interiore del cristiano può avere espressioni molto varie. La Scrittura e i Padri insistono soprattutto su tre forme: il digiunola preghiera, l’elemosina,26 che esprimono la conversione in rapporto a se stessi, in rapporto a Dio e in rapporto agli altri. Accanto alla purificazione radicale operata dal Battesimo o dal martirio, essi indicano, come mezzo per ottenere il perdono dei peccati, gli sforzi compiuti per riconciliarsi con il prossimo, le lacrime di penitenza, la preoccupazione per la salvezza del prossimo,27 l’intercessione dei santi e la pratica della carità che « copre una moltitudine di peccati » (1 Pt 4,8). (Catechismo della Chiesa Cattolica)

E’ vero che se uno digiuna ma non ama il prossimo non da buona testimonianza di fede, ma questo non è una scusa per non fare il digiuno, ma semmai ad essere un testimone che con il digiuno si allena, si fortifica per essere un cristiano coerente nel quotidiano.

IL DIGIUNO RITUALE DELLA QUARESIMA:

è segno del nostro vivere la Parola di Dio. Non digiuna veramente chi non sa nutrirsi della Parola di Dio, sull’esempio di Cristo, che disse: “Mio cibo è fare la volontà del Padre“; Nutrirsi vuol dire poi viverla….;

è segno della nostra volontà di espiazione: “Non digiuniamo per la Pasqua, né per la croce, ma per i nostri peccati, … ” afferma san Giovanni Crisostomo; espiare vuol dire rimediare al nostro male con il bene;

è segno della nostra astinenza dal peccato: come dice il vescovo sant’Agostino: “Il digiuno veramente grande, quello che impegna tutti gli uomini, è l’astinenza dalle iniquità, dai peccati e dai piaceri illeciti del mondo, …“;

In sintesi: la mortificazione del corpo (“mortificare” vuol dire dominare il corpo) è segno della conversione dello spirito.

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