
Già attorno agli anni Quaranta si diffuse la fama di miracoli ottenuti attraverso la preghiera di don Dolindo (LINK chi era Don Dolindo). Fece scalpore la vicenda di una donna alla quale, per via di una grave malattia, erano stati asportati gli organi riproduttivi. Riavutasi, andò a trovare don Dolindo e piangeva disperata, perché da giovane sposa non avrebbe potuto avere figli. Lui curvo, seduto sulla sua poltrona, fece un balzo e disse: «Tu il figlio lo avrai!». Le chiese di pregare anche per lui e la congedò. Dopo alcuni mesi fu evidente il gonfiore della pancia della donna e il chirurgo che l’aveva seguita voleva sottoporla ad analisi per accertare la situazione ipotizzando un nuovo intervento, certo che il male si fosse ripresentato. La donna, allora, si precipitò da don Dolindo, che le disse: «Non ti fare toccare, questa è la vita che cresce in te e se ti operano il bambino morirà». Poi le benedisse la pancia e chinandosi verso di essa, sussurrò: «Devi nascere senza dare fastidio a tua madre e farti santo». Lei, il marito e il figlio, che venne effettivamente al mondo in perfetta salute, sono venuti insieme a Messa al San Giuseppe dei Vecchi per anni e tutti conoscevamo la loro storia.
IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA
Quand’ecco giunse un angelo di Dio Quand’ecco una gran luce invase la stanzetta e la fece trasalire. In quella luce splendeva più fulgido un angelo di Dio. Maria non si turbò e non temette, perché era abituata alla compagnia degli angeli; ma si accorse che quel celeste messaggero non era come gli altri, in quel momento.
Non aveva un aspetto di maestà, ma sembrava prostrato in riverente ossequio; rifulgeva di luce più grande, poiché portava il più grande messaggio che sia stato mai portato dal Cielo in terra; ma la sua grandezza era velata dall’umiltà.
Sostò per un momento, si curvò e, ammirando il capolavoro di Dio, esclamò: Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te; benedetta tu fra le donne. E si fermò adorando Dio che l’aveva fatta così bella, poiché in Lei vedeva i riflessi più luminosi dell’infinita santità.
Maria, l’umilissima Maria si sentiva salutata con parole grandi che per Lei erano incomprensibili; allora si turbò perché quelle parole non avevano eco nel suo Cuore, abituato ad impiccolirsi; erano come un linguaggio sconosciuto per Lei, e pensò che cosa potessero significare. Non sospettò che fossero un elogio, ma temette che fossero un rimprovero, un segno dello scontento di Dio. Si rileva chiaramente da ciò che l’angelo soggiunse: Non temere, perché hai trovato grazia innanzi a Dio.
Maria non si turbò nella visione dell’angelo, come suppongono alcuni, ma nelle sue parole e, non sapendone intendere il significato, come chi ascolta una lingua sconosciuta, mostrò fino a qual punto giungeva la sua umiltà! Fu in quel momento di abbassamento interiore che l’angelo la preconizzò Madre di Dio: Ecco, concepirai nel tuo seno un figlio e lo chiamerai Gesù. Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo. Il Signore gli darà la sede di Davide, suo padre, e regnerà in eterno nella casa di Giacobbe, e il suo regno non avrà mai fine. L’angelo disse: Concepirai nel tuo seno e partorirai; dunque, doveva diventare veramente madre; doveva dare nome al suo Figlio Gesù, Salvatore; dunque si compivano i vaticini che annunciarono la salvezza d’Israele e del mondo; il Figlio sarebbe chiamato Figlio dell’Altissimo; e quindi Ella sarebbe stata la Madre di Dio. Avrebbe avuto il regno di Davide in eterno, il vero regno promesso al santo re, il regno della grazia e dell’amore che sarebbe durato in eterno.
Maria rimase pensosa. Ella era sposata a san Giuseppe; aveva promesso a Dio il fiore verginale, e sapeva che l’aveva promesso anche Giuseppe; che cosa doveva fare? La Vergine espose solo la sua particolare condizione, e implicitamente quella di san Giuseppe: Ella non conosceva uomo e, dato il suo voto, non poteva conoscerlo se Dio l’avesse voluto, Ella aveva uno sposo vergine che per la sua consacrazione apparteneva a Dio solo; come sarebbe avvenuta la concezione? Ella non poteva rompere il legame che san Giuseppe aveva stretto con Dio, e domandava come sarebbe potuto avvenire il concepimento. Ma l’angelo subito la rassicurò; Ella avrebbe concepito per opera dello Spirito Santo, e la sua verginità, come quella di san Giuseppe, sarebbe rimasta integra.
Le parole dell’angelo non furono una semplice affermazione, furono una gran luce, poiché egli parlava in nome di Dio. Nessuno può capire con quale amoroso rispetto un angelo pronuncia il Nome di Dio, dal quale tutto riceve e nel quale si bea. Gabriele, nel nominare lo Spirito Santo, rifulse d’amore, e nell’accennare alla virtù dell’Altissimo, mostrò nel suo volto il suo riverente timore per l’onnipotenza divina. Maria credé al grande mistero che le si annunciò e credé all’effusione dello Spirito Santo in Lei. Curvò la fronte con immensa umiltà, aprì il cuore con piena dedizione, e pronunciò quelle ammirabili parole che dovevano far compiere il grande mistero dell’Incarnazione del Verbo: Ecco la serva del Signore, sia fatto di me secondo la tua parola. Fu un momento solenne che la povera penna non sa rendere; fu il momento delle nozze d’una creatura con l’eterno Amore, e della discesa del Verbo nel suo immacolato seno.
L’angelo soggiunse che anche Elisabetta, benché sterile, aveva miracolosamente concepito un figlio, e stava già al sesto mese, perché niente era impossibile a Dio. Era questa la prova umana che dava alla ragione di Maria, perché Dio, nelle sue grandi opere e nelle sue rivelazioni, ha sempre un riguardo delicato per la ragione umana.
(Padre Dolindo – Servo di Dio) Chi era Don Dolindo