Frane, alluvioni e smottamenti erano usuali già nel 1550. Non siate troppo sorpresi o indignati. Basta un po’ di memoria storica. Ecco un vecchio testo che descrive eventi ancora attuali.
Essendo tanto moltiplicatigli huomini nell’Italia, et non essendo sufficienti i luoghi piani et consueti di cultivare per produrre le cose necessarie per loro vivere, è stato necessario altresì di cultivare gli alti monti incolti. Onde scendendo sopra detti monti la pioggia, et ritrovando gli colti et rascetati con li ruscelletti, non fermandosi, incontenente scendendo, et sieco conducendo la terra mossa, oltre il consueto grossa entra ne’ torrenti canali et fiumi, che la conducono impetuosamente nel Po. Il perché essendo più del solito pieno, et eziandio dall’impeti di quelli sforzato, et non potendolo contenere il consueto letto, è sforzato a rompere gli argini o vero a spargere fuori di essi, et innundare i vicini luoghi. Il che non occorreva tanto ne’ tempi antichi, per esser incolti i monti dai quali scendevano l’acque chiare fra selve et herbette, et scendevano con menor impeto, et menor abondanza. Leandro Alberti “Descrittione di tutta Italia, Bologna nel 1550”.