Tra il 15 maggio 2010 e il 31 marzo 2015, la famiglia Grena assistette il figlio Giorgio, che era stato ridotto in stato vegetativo dopo un incidente stradale. Subì un forte trauma cranico e poi cadde anche in coma. La sua permanenza richiese il trasferimento tra diverse strutture mediche: dalla Rianimazione dell’ospedale di Bergamo, all’Unità del Risveglio della Maugeri di Pavia, alla neurochirurgia di Castellanza e infine alla Casa di Cura Quarenghi di San Pellegrino per la riabilitazione.
I medici dichiararono che lo stato vegetativo di Giorgio non gli consentiva alcuna interazione con l’ambiente circostante.
Nonostante la situazione tragica, la fede profonda della famiglia radicata in Gesù Cristo non svanì. Mamma Rosa pregava Dio ogni giorno, dicendo: “Signore, Tu puoi fare tutto. So che un giorno ci stupirai”.
Nel 2011, i medici misero i genitori di fronte a un bivio: la permanenza prolungata in un istituto o il ritorno a casa. La famiglia non ha avuto dubbi ed ha attrezzato la casa per ricevere Giorgio e curarlo con affetto, per mesi, anni.
Nonostante non vi fossero miglioramenti e nemmeno cure perchè lo stato comatoso veniva considerato medicalente irreversibile.
Nessuno sa spiegare come, ma il 31 marzo 2015, Giorgio si risvegliò con alcuni segnali positivi e poi con miglioramenti sempre più evidenti; il giovane ricominciò a parlare, rispondendo alle domande dei familiari e dei medici.
La vicenda di Giorgio è incredibile ed è uno dei rarissimi casi di risveglio spontaneo, se ne contano poche decine in tutto il mondo.
Cosa ancora piu’ incredibile è che a lui non vennero mai stati somministrati farmaci stimolanti per il recupero della coscienza.
Unici farmaci ricevuti sono l’affetto familiare, la presenza di amici e persone care e tanta fede di chi lo amava.
Forse sono gli aiuti che tutti dovrebbero ricevere unitamente alle cure farmacologiche, e sono il vero antidoto alla cultura dello scarto che propone l’eutanasia a chi è malato grave e la soppressione dei disabili gravi ritenendoli un peso.
L’amore ribalta la prospettiva, i malati sono persone da amare che generano amore intorno a loro.
Rendono migliore il mondo perchè si sviluppa attenzione, cura, amore.
Curiamo la malattia, curiamo i malati, offriamo amore e speranza.
E ringriamo Dio per Giorgio e le tante vite meravigliose che tanto esempio ci donano.