Voce agli obiettori di coscienza

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La CEDU (organo giudicante del Consiglio d’Europa) accogliendo un ricorso della Cgil  ha  stabilito che il “diritto alla salute” cioè il diritto ad abortire, deve prevalere sul diritto all’obiezione di coscienza ad uccidere innocenti.

Riportiamo il commento di un obiettore che da sempre ci ha messo in prima persona la faccia, e ha rischiato più volte la carriera per difendere la vita: l’amico Giorgio Celsi, presidente di Ora et labora in difesa della vita.

Le sue considerazioni sono sagge: in Italia non viene rispettato, secondo la CEDU,  il diritto alla salute. E per la CEDU e la Cgil non sono da migliorare i servizi di cura ai cittadini che aspettano anche anni per una visita, un intervento o un esame strumentale (pagando per giunta dei carissimi ticket), ma l’aborto…

I sindacati non dovrebbero limitarsi a difendere i diritti dei lavoratori? Eh, certo, chi sta per nascere ancora non lavora…

Si parla inoltre di svantaggi di carriera e sovraccarico di attività lavorativa dei medici abortisti rispetto ai medici obiettori. Ma che carriera deve fare un medico che sopprime bambini nel caldo ventre materno in barba al Giuramento di Ippocrate e al diritto naturale di ogni bambino a nascere? Un medico abortista non è un bravo medico se no, dovremmo dire che erano bravi anche i medici nei lager nazisti: allora perché li abbiamo processati?

E poi  si chiede, giustamente, perché il 70% dei medici in Italia sono obiettori? Evidentemente c’ è ancora molta gente che ha una coscienza un  medico o un infermiere si chiedono perché , se si sono impegnati a guarire le malattie e servire la vita dovrebbero invece mettersi ad uccidere bambini con l’aborto: chiunque abbia visto un’ecografia o abbia speso un’ora su un manuale di embriologia sa che al fine di terminare una gravidanza, devi ridurre al silenzio un cuore che batte, spegnere un cervello che cresce e, al di là del metodo, rompere delle ossa e distruggere degli organi. Un medico è un medico non un boia!

E infine ricorda: E’ ridicolo che l’Europa affermi che con l’aumento dei medici Obiettori si lede il diritto alla salute della donna, è invece l’aborto che intacca gravemente la salute psicofisica di una mamma (sì, perché l’aborto non ti evita di essere mamma, ti rende solo madre di un bambino morto). E le gravi conseguenze che si riscontrano anche dopo molti anni a causa della sindrome post abortiva stanno lì  a dimostrarlo, anche se la CGIL e la CEDU fanno finta di ignorarli.

Conclude Celsi: Non si può aiutare una mamma uccidendogli il suo bambino.

L’aiuto è superare insieme le difficoltà. 

Dobbiamo fare in modo che i grembi delle madri non possono più essere cimiteri, ma culle di vita e luoghi di speranza.

Giorgio Celsi

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