Demoliamo il ddl Zan e le sue future versioni

Word-Art-discriminazioni
wordart ADL

Luca Ricolfi è un progressista da tempo critico dell’establishment stesso che ha suscitato scarsa simpatia tra i suoi rappresentanti. Ricolfi in varie interviste e dichiarazioni lamenta di ricevere poche recensioni, di non essere intervistato frequentemente e di ricevere rari inviti in programmi televisivi. Secondo lui, questo accade perché egli si distingue per la sua chiara e diretta opinione, che spesso si presenta tagliente nei confronti del potere.

Una delle sue posizioni più nette riguarda il disegno di legge Zan, che Ricolfi definisce come il “cavallo di Troia del politicamente corretto”. Secondo lui, i precedenti disegni di legge Zan-Annibali e Scalfarotto-Zan erano ragionevoli e accettabili per chiunque (salvo alcuni passaggi indefiniti e controversi ndr), compresa la destra politica (improbabile ndr). Tuttavia, Ricolfi sostiene che il ddl Zan rappresentasse un’opportunità per la comunità LGBT di imporre a tutti la propria visione del mondo in modo prepotente, attraverso un atto di pura prepotenza culturale.

Ricolfi ha sempre evidenziato due effetti aberranti del disegno di legge Zan che lo preoccupano particolarmente.

Il primo riguarda l’articolo 1, che teme possa scatenare un uso opportunistico della scelta soggettiva del genere. Ad esempio, sostiene che i carcerati potrebbero richiedere il trasferimento nei reparti femminili e che atleti transessuali potrebbero competere contro le atlete donne. In generale, Ricolfi teme che questo articolo possa minare i benefici di genere, che sono riservati a uno dei due sessi.

Il secondo effetto riguarda l’articolo 7, che apre la porta all’indottrinamento degli studenti e rischia di generare dubbi e crisi esistenziali in un periodo delicato della vita di ragazzi e ragazze.

Sulla questione di una legge ad hoc contro l’omotransfobia, Ricolfi si pone alcune riflessioni. Innanzitutto, critica l’uso del suffisso “-fobia” per indicare le paure, suggerendo che queste parole dovrebbero essere bandite dalla legge penale. Secondo lui, le persone hanno il diritto di provare i sentimenti che desiderano, e demonizzare la paura è privo di senso in una società libera. Tuttavia, ammette che se si considera la legge Mancino come strumento per combattere le discriminazioni e la violenza, questa risulta incompleta perché non contempla tante altre categorie che subiscono atti aggressivi:
i disabili, i barboni, i bambini ‘diversi’ in quanto grassi, i brutti, i timidi, secchioni, con pochi like, etc. un elenco infinito e sempre aggiornabile.

Il concetto di creare categorie protette preoccupa Ricolfi, che teme che questa politica possa portare a una doppia discriminazione. Egli sostiene che il rispetto delle persone dovrebbe essere la norma e che non sia necessario creare categorie speciali che necessitano di protezione legale. Le persone dovrebbero essere considerate semplicemente persone, senza la necessità di speciali provvedimenti.

Infine, solleva il problema del linguaggio politicamente corretto, affermando che la protezione di determinate categorie può generare risentimento in coloro che si sentono esclusi. La distinzione tra termini rispettosi e irrispettosi crea, secondo lui, un arsenale di parole offensive che non esistevano in passato, contribuendo ad alimentare conflitti e divisioni nella società.

Ci sembrano osservazioni sensate che valgono ora e per i tentativi futuri di mettere il bavaglio a chi critica alcune ideologie, sempre utilizzando leggi che all’apparenza cercano di lottare contro discriminazioni o bullismo o lesioni di diritti.

St.GemmaGalgani

Santa Gemma Galgani. Diario

flower-729514_1280

Amicizia nella fede (Giussani)