Esistono degli indicatori che possono farci capire se un
bambino si trova in condizioni di trascuratezza.
Premessa importante: sono degli indicatori, dei segnali di allarme che vanno “letti” ma che da soli non danno la certezza assoluta di essere di fronte a un problema di maltrattamento.
La capacità di recupero su un bambino trascurato dipende dalla rapidità dell’intervento, quindi anche da quanto siamo “veloci” nel leggere questi indicatori.
Passando agli indicatori:
• Bimbo sporco e/o malnutrito
Sicuramente è la prima cosa che salta all’occhio, e capita anche nelle famiglie “che stanno bene”, “benestanti”; in questi casi è più difficile riuscire a scoprire se c’è una trascuratezza perché queste famiglie sanno come difendersi dai servizi sociali, come nascondere le cose.
• Carenze mediche
Queste portano spesso a malattie croniche, e al ritardo nello sviluppo del linguaggio e nel pensiero simbolico, cioè nella capacità da parte del bambino di distinguere tra ciò che è fantasia e ciò che è reale.
• Tendenza all’isolamento
Il bimbo che è trascurato dai/dal genitori/e tende ad isolarsi perché “non sa come chiedere”.
Oscilla tra isolamento e richiesta estrema di attenzioni (mettendo in atto comportamenti che sono spesso percepiti dagli adulti come fastidiosi, “logorroici”). Ciò è dovuto alla mancanza di una figura adulta che rassicura, che dà gli strumenti per affrontare la vita, che di fronte ad un problema non ne nega l’esistenza, ma dice al bambino che si può affrontare e superare.
• Modalità genitoriale condivisa o segno di trascuratezza/maltrattamento?
A volte è difficile dire, perché legato al modello culturale di riferimento della famiglia di origine e, più in generale, all’etica personale di ciascuno di noi.
• I bambini non si comportano allo stesso modo in tutti i contesti.
Il bambino, che non è stupido, capisce la differenza tra l’educatrice, l’assistente sociale, lo psicologo e il volontario, per cui modifica in parte il suo comportamento e quindi alcuni indicatori possono venire fuori in certi contesti (per esempio uscita con i volontari) e non in altri (a scuola, in seduta di psicoterapia).
Cosa fa un bambino trascurato? Qual è la sua modalità di reazione?
Non trovando nessuno (genitori) che risponde alle mie richieste, pongo in atto comportamenti distruttivi o auto-lesionisti per attirare attenzione su di me, perché è meglio essere “guardati male” che “non essere guardati proprio”. Il comportamento auto-lesionista è anche dovuto alla percezione di sé come “cattivo”, e quindi da punire, perché se nessuno mi guarda è colpa mia.
C’è però un altro aspetto: se mamma e papà non mi guardano, non si curano di me allora, spinto dal bisogno, comincio a cercare a 360 gradi verso “altri” adulti quell’attenzione che mi manca. Il problema è che è una ricerca “indiscriminata” che non sa distinguere tra adulto buono e no, anche perché nessuno mi ha dato gli strumenti per questa distinzione. Mamma e papà non mi hanno insegnato a diffidare degli estranei.
Indicazioni terapeutiche:
• Sguardo benevolo dell’adulto
Questi bimbi hanno bisogno di sentire su di se uno “sguardo benevolo”.
Indicazione pratiche per i volontari:
• È un bene o un male che si crei un legame tra noi e qualcuno di loro?
Il legame non fa del male al bambino se è definito con chiarezza: siamo “amici” quindi questo cosa vuol dire per noi? Siamo noi che abbiamo paura, perché venire a conoscenza delle sofferenze di un bimbo fa soffrire anche noi.
Sicuramente questo legame non può fargli più male di quello che ha già dovuto subire, importante che si sappia che l’amicizia dei volontari con bambini in difficoltà abbia regole chiare e massima trasparenza, rispettando ruoli e compiti diversi. I volontari non sono assistenti sociali o psicologi o medici o genitori. Ad ognuno compiti diversi.
Se notiamo discorsi o comportamenti strani o dubbi o veniamo a sapere di eventi preoccupanti dobbiamo contattare qualche istituzione pubblica che possa verificare ed intervenire:
ad esempio le maestre, o un assistente sociale o un numero pubblico di polizia. Nel dubbio si puo’ contattare il telefono azzurro o numeri equivalenti per farci indirizzare.