Il consumo e il commercio di stupefacenti generano dei costi per la società intera. La stima di questi costi “sociali” rappresenta una fonte informativa preziosa per la fase di pianificazione, implementazione e valutazione delle politiche pubbliche contro il consumo e commercio di droghe e a favore del recupero dei tossicodipendenti.
Il costo sociale del consumo di sostanze si compone di tre macro categorie di cost-of illness. La prima riguarda i costi diretti, che possono essere a loro volta suddivisi in costi socio-sanitari (trattamenti ambulatoriali, residenziali e semiresidenziali) e costi per l’applicazione della legge (Forze dell’Ordine, amministrazione penitenziaria, attività di tribunali e Prefetture in merito a segnalazioni e denunce). La seconda macro area si compone di costi indiretti, che sono riconducibili alla perdita di produttività derivante dal comportamento di utilizzo, mortalità prematura e invalidità dei soggetti coinvolti nel fenomeno delle tossicodipendenze. La terza macro area è costituita dai costi intangibili, riconducibili alla riduzione della qualità della vita dovuta alla sofferenza fisica o emotiva di una persona coinvolta, insieme a coloro che le sono più vicini, nel fenomeno delle tossicodipendenze. Tali costi sono molto difficili da allocare e per questo vengono lasciati fuori dalla maggior parte delle analisi dei costi sociali. Oltre a queste tre macro aree generali dell’approccio cost-of illness, nel caso delle tossicodipendenze è necessario considerare i costi per l’acquisto di sostanze stupefacenti.
Secondo le stime preliminari condotte il totale dell’assistenza socio-sanitaria ammonta complessivamente a 1.810.433.498 euro. Il 79,4% dei costi riguarda i servizi pubblici per le dipendenze, il 16% è riconducibile alle comunità terapeutiche e il 4,6% è assorbito dall’assistenza ospedaliera.
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fonte: Dipartimento per le politiche antidroga (relazione 2019, dati 2018).