Perché il Signore non ha chiamato tutti all’Azione Cattolica?
(Santa Gianna Beretta Molla fa riferimento alla propria esperienza, ma vale per qualsiasi vocazione)
Quanti milioni di ragazze! (non lo sono); è un mistero; ma una cosa è certa che noi siamo stati oggetto di predilezione da tutta l’eternità. Tutte le cose hanno un fine particolare – Tutte obbediscono a una legge – le stelle seguono la loro orbita. Le stagioni si seguono in modo perfetto – tutto si sviluppa per un fine prestabilito – tutti gli animali seguono un istinto naturale. Anche a ciascuno di noi Dio ha segnato la via, la vocazione – oltre la vita fisica, la vita della grazia. Viene un giorno che ci accorgiamo che attorno a noi ci sono altre creature – e mentre avvertiamo questo fuori di noi: si sviluppa in noi una nuova creatura. E’ il momento sacro e tragico dalla fanciullezza alla giovinezza – Ci poniamo il problema del nostro avvenire. Non lo si deve risolvere all’età di 15 anni, ma è bene orientare tutta la nostra vita verso quella via in cui il Signore ci chiama. Dal seguire bene la nostra vocazione dipende la nostra felicità terrena ed eterna. Che cos’è? E’ un dono di Dio – quindi viene da Dio – se è un dono di Dio, la nostra preoccupazione deve essere quella di conoscere la volontà di Dio. Dobbiamo entrare in quella strada 1) se Dio vuole – non forzare la porta 2) quando Dio vuole – 3) come Dio vuole.
1) Conoscere la nostra vocazione – in che modo? (1) interrogare il Cielo con la preghiera – (2) interrogare il nostro direttore spirituale – (3) interrogare noi stessi – sapendo le nostre inclinazioni – Ogni vocazione è vocazione alla maternità – materiale – spirituale – morale – Perché Dio ha posto in noi l’istinto della vita – Il sacerdote è padre – le Suore sono madri, madri delle anime. Guai a quelle figliole che non accettano la vocazione di maternità.
2) Prepararsi alla propria vocazione – prepararsi ad essere donatori di vita – Nel sacrificio di una formazione intellettuale – Sapere che cos’è il matrimonio, – sacramentum magnum – conoscere le altre strade. Formazione e conoscenza del proprio carattere. Se non si incomincia da piccoli si diventa vecchie ma si rimane sempre come lo si era – taglia – distruggi – brucia – ciò che c’è da togliere.
Non si deve dire “è il mio carattere” bisogna correggerci. Come si fa ad obbedire se si è sempre abituati a fare quello che si vuole. Quali sorprese entrare in qualunque strada senza esserci prima sforzati di correggere il nostro carattere.
Una volta deciso il piano da seguire – proseguire Essere chiamata alla vita di famiglia non vuol dire fidanzarsi a 14 anni – questo è solo un segno d’allarme – devi prepararti fin da adesso alla famiglia. Non si può addentrarci in questa strada se non si sa amare. –
Amare vuol dire desiderio di perfezionare se stessa, la persona amata, superare il proprio egoismo, donarsi. (a 15 anni non c’è perché è proprio per egoismo, per soddisfare il mio cuore, i miei sensi; è la profanazione dell’amore.
L’amore deve essere totale, pieno, completo, regolato dalla legge di Dio e si eterni in Cielo.
Una figliola di 14 anni non può avere il cuore maturo per l’amore.
Bisogna che maturi lentamente per la via giusta.
(Il cuore ha i suoi diritti, ma non ha quello di essere calpestato. Al cuore non si può comandare; appunto per questo devi cercare di fermare la passione, l’istinto usando la tua intelligenza).
Se è necessario un taglio netto; se sanguina, lasciatelo. (cancrena: è necessario tagliare per salvare; l’a. (ammalato) acconsente).
Il cuore è ammalato ma tutta la vita è in pericolo; meglio una lacrima oggi che un torrente di lacrime domani e l’eternità perduta per sempre. (vedi leggenda dell’alpinista).
Ci sono tante difficoltà ma con l’aiuto di Dio dobbiamo camminare sempre senza paura, che se nella lotta per la nostra vocazione dovessimo morire, quello sarebbe il giorno più bello della nostra vita.
Santa Gianna Beretta Molla dal quaderno dei ricordi (pag. 1-26) stesi durante i
santi esercizi, anni 44-48 quando era dirigente di A.C.