Senso e scopo del digiuno rituale della quaresimale
Il digiuno è segno del nostro vivere la Parola di Dio. Non digiuna veramente chi non sa nutrirsi della Parola di Dio, sull’esempio di Cristo, che disse: “Mio cibo è fare la volontà del Padre“; Nutrirsi vuol dire poi viverla…. Esso è segno della nostra volontà di espiazione: “Non digiuniamo per la Pasqua, né per la croce, ma per i nostri peccati, … “ afferma san Giovanni Crisostomo; Espiare vuol dire rimediare al nostro male con il bene.
E’ anche segno della nostra astinenza dal peccato: come dice il vescovo sant’Agostino: “Il digiuno veramente grande, quello che impegna tutti gli uomini, è l’astinenza dalle iniquità, dai peccati e dai piaceri illeciti del mondo, …“. In sintesi: la mortificazione del corpo (“mortificare” vuol dire dominare il corpo) è segno della conversione dello spirito. Indicazioni pratiche del digiuno e dell’astinenza
- il mercoledì delle ceneri e il venerdì santo sono giorni di digiuno dal cibo e di astinenza dalla carne e dai cibi ricercati o costosi.
- i venerdì di Quaresima sono giorni di astinenza dalla carne e dai cibi ricercati o costosi.
- negli altri venerdì dell’anno, i fedeli possono sostituire l’astinenza dalla carne con altre opere (cioè azioni) di carattere penitenziale.
- al digiuno sono tenuti i fedeli dai diciotto anni compiuti ai sessanta incominciati; all’astinenza dalla carne i fedeli che hanno compiuto i quattordici anni.
- anche coloro che non sono tenuti all’osservanza del digiuno, i bambini e i ragazzi, vanno formati al genuino senso della penitenza cristiana.
Più ampie considerazioni nel documento “IL SENSO CRISTIANO DEL DIGIUNO E DELL’ASTINENZA” della Conferenza Episcopale Italiana, 4.10.1994
Il digiuno prescritto dalla Chiesa Cosi è chiamato quello prescritto per tutta la Chiesa e che, perciò, è estremamente semplice perché adatto a qualsiasi persona. E’ qualcosa che appartiene alla nostra storia, alla grande tradizione del cristianesimo. Qualcuno potrebbe pensare che sia un digiuno di tutto riposo o che neanche sia realmente tale, perché troppo facile da mettere in pratica. Ma non è proprio così. Questo modo di digiunare viene dalla tradizione della Chiesa e può essere praticato da tutti, senza eccezione.
La base di questo tipo di digiuno è che si faccia colazione come d’abitudine, poi si consumi solo un pasto durante il resto della giornata. Si può scegliere tra pranzo o cena, secondo le proprie abitudini, la propria salute e il proprio lavoro. Un’altro pasto sarà sostituito da un semplice spuntino, secondo le proprie necessità. In questo modo, per esempio, se si sceglie il pranzo come pasto completo, a cena si mangi solo qualcosa di leggero. L’importante, e qui sta l’essenza del digiuno, è la disciplina, il non mangiare niente oltre questi tre pasti.
Quello che importa è troncare l’abitudine di “mangiucchiare”, di aprire il frigorifero più volte al giorno per “spizzicare” qualcosa. Evitare completamente, in questo giorno, le caramelle, i dolci, i cioccolatini, i biscotti e cose di questo tipo. Lasciare da parte le bevande rinfrescanti ed il caffè. Per i più indisciplinati (e molti di noi lo siamo) già questo è un vero digiuno e di quelli difficili! In questo tipo di digiuno non si soffre la fame. Più le persone si impongono una disciplina, più mettono a freno la gola! Ed è proprio questa la finalità del digiuno.
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