Santa Gianna Beretta Molla, nata a Magenta il 4 ottobre 1922, è quella di una pediatra italiana che, incinta di un tumore all’utero, fece la coraggiosa scelta di morire piuttosto che accettare cure che avrebbero danneggiato il feto. Questa decisione, coraggiosa e santa, rappresenta il culmine di una vita dedicata interamente a seguire Gesù, caratterizzata da atti di carità verso i poveri, impegno nell’apostolato e preghiera costante. La sua professione stessa era una missione impregnata d’amore.
La preghiera costituiva la sua forza: si inginocchiava con grande raccoglimento sia al mattino che alla sera. Partecipava ogni giorno alla Santa Messa, facendo la Comunione, e dedicava almeno 10 minuti al giorno alla meditazione, visitando regolarmente il Santissimo Sacramento (in Chiesa c’è almeno un tabernacolo con una candela o una luce accesa segno della Presenza). A completare la sua giornata di preghiera, recitava il Santo Rosario.
Il 20 aprile 1962, venne tentato il parto naturale senza successo. Il 21 aprile, diede alla luce Gianna Emanuela tramite parto cesareo. Poco dopo, sviluppò una peritonite settica. Alla sua richiesta, venne portata nella sua casa di Ponte Nuovo, dove morì alle 8 del mattino del 28 aprile, Sabato in Albis, a soli 39 anni.
La sua santità si diffuse nel mondo, e il suo esempio continua a illuminare molte persone oggi. Essa rappresenta un faro per coloro che desiderano vivere il proprio lavoro come un servizio permeato d’amore, costruire una famiglia santa, affrontare la malattia con fede e speranza, e offrire la propria vita a Dio con amore.