Si avvicina Natale.
Geppo, con il suo vecchio Fiorino che sembra reggersi insieme per miracolo, parte di buon mattino per il circo. Deve preparare la Messa di Mezzanotte, una tradizione che si rinnova ogni anno. Dopo l’ultimo spettacolo serale, il tendone si trasforma in una grande chiesa improvvisata, un luogo inaspettato dove la magia dello spettacolo lascia spazio alla preghiera.
Quanta gente, che forse non avrebbe messo piede in una chiesa, si ferma e partecipa. Pregano. Alcuni ascoltano assorti, altri si commuovono. E Geppo non si limita solo a celebrare la Messa: a volte, proprio lì, tra giostre e caravan, capita di amministrare una Prima Comunione o una Cresima. Lunaparkisti e circensi che, in due mesi di catechismo quotidiano, si sono preparati a quel momento, tra orari improbabili e incontri al volo.
La Messa di Mezzanotte, poi, è speciale: a renderla unica sono i 100 Alunni del Cielo, il gruppo che Geppo ha fondato anni prima per annunciare il Vangelo attraverso il canto e la musica. Sono ragazzi e ragazze di tutte le età, accomunati dalla passione per l’arte e dalla voglia di testimoniare la loro fede con gioia. Con le loro voci limpide e i loro canti, trasformano il tendone in un luogo di festa, riempiendolo di gioia e speranza.
A Nazareth, la sua “Terra Santa” – una piccola sede ricavata all’interno del Parco del Sociale – fervono intanto i preparativi per il Presepio delle Genti. È un’opera speciale, fatta di statuine che rappresentano persone di tutti i popoli della Terra, tutte in cammino verso Gesù Bambino. Ogni anno c’è qualcosa di nuovo, un dettaglio che arricchisce quel simbolo universale.
Nei giorni precedenti, Geppo ha trascorso il tempo davanti a Le Gru, il grande centro commerciale, con il suo Fiorino e un cartello che recita semplicemente: “Confessioni”. Non aspetta chi si avvicina, ma cammina tra la gente, ascoltando storie, dubbi, pesi dell’anima. A volte non è una confessione vera e propria, ma piuttosto uno sfogo, una richiesta di consiglio spirituale. E lui c’è, con la sua parola buona e il suo sguardo semplice.
Saluta i dipendenti del centro commerciale, uno per uno, come fossero vecchi amici:
“Santo di Dio! Siamo tutti santi, se siamo in grazia!” esclama con il suo tono vivace, strappando un sorriso. Non mancano nemmeno le confessioni negli uffici, dove qualcuno, colto di sorpresa, apre il cuore.
Il giorno di Natale, Geppo si dedica agli ultimi, come sempre. Fa visita agli anziani del circo e alle carovane del Fioccardo e della Pellerina, portando la Comunione a chi è malato o a chi, per lavoro, non può andare a Messa. Non arriva mai a mani vuote: insieme all’Eucaristia porta pacchi di cibo e un fiore.
“Il cibo riempie la pancia, il fiore riempie il cuore,” dice spesso, sorridendo.
Qualche giorno prima era venuto con noi a Porta Nuova, per celebrare la Messa nell’atrio della stazione insieme ai senza dimora e agli Amici di Lazzaro. Lì, in mezzo al via vai frenetico dei viaggiatori, il silenzio si faceva spazio attorno a quel piccolo altare, e la solidarietà riscaldava l’atmosfera più del caffè distribuito ai bisognosi.
La giornata di Natale, per Geppo, scorre così: tra un pranzo frugale coi confratelli gesuiti, la visita ai malati, la recita di innumerevoli rosari e momenti di adorazione davanti al Santissimo.
Quando la sera arriva, Geppo si siede finalmente sulla sua poltrona, davanti alla vecchia stufa a legna che scalda la stanza con il suo tepore familiare. Il suo gatto, silenzioso compagno di tante sere, gli passa accanto, strusciandosi contro le sue gambe.
Anche questo Natale è passato.
Geppo sospira, ma non c’è stanchezza nella sua voce. C’è solo una calma consapevolezza. Già pensa al giorno dopo: il 26 dicembre lo aspetta una nuova avventura. Si parte per Prato Nevoso con quaranta ragazzini scatenati.
E forse, chissà, a settant’anni suonati, Geppo riuscirà ancora a lanciarsi in qualche discesa sulla neve. O magari metterà i pattini, ridendo come un bambino.
Prima di chiudere gli occhi per riposare, però, gli tornano in mente le parole di una canzone che gli è cara, quella degli Osanna:
“E se incontri un sorriso dedicato a un dolore, ti accorgerai che ogni giorno è Natale, che nel cuore è Natale.”
Geppo sorride. Sì, ogni giorno è Natale, se lo si vive così.
Cosi mi ricordo Geppo a Natale.
Paolo Botti