Preghiera di ringraziamento (Padre Andrea Gasparino)

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Image by Gerd Altmann from Pixabay

Padre Gasparino, in questa seconda puntata dedicata alla Preghiera di semplicità, ci introduce a quella forma di preghiera che può essere considerata la “punta di diamante”… per far leva sul cuore di Dio!

Ecco come lui stesso l’ha spiegata nel corso di una sua catechesi radiofonica:
Imparare a ringraziare è una delle manifestazioni più immediate della “preghiera di semplicità” (E’ anche il modo per avvicinarci di più alla preghiera di Maria). E’ la preghiera di tutti, dei semplici. Per ringraziare non ci vogliono formule, bastano poche parole e qualche idea sulla bontà di Dio. Per questo imparare a ringraziare è un modo semplice ma ben ricco di pregare. Quando noi preghiamo abbiamo spesso bisogno di supporti: parole, idee, libri, immaginette… quando invece ringraziamo servono soltanto poche parole.
Ringraziare è il pregare dei poveri.

Ogni tipo di preghiera richiede preparazione, allenamento, fatica, per ringraziare invece non c’è da imparare… perché tutti sanno come si fa.
Se regalate qualcosa a un povero vi aspettate di sicuro che vi dica grazie, così pure se fate un piacere ad una persona è logico attenderne riconoscenza. Ma mentre tra noi è una prassi accettata da tutti, tra noi e Dio la logica non funziona più e avviene esattamente l’opposto. Ringraziamo Dio così poco per quello che ci dona ogni giorno da sembrare che non ci abbia mai dato nulla, riceviamo e godiamo dei suoi doni senza pensarci mai… Ma non sentiamo vergogna della nostra superficialità nel non ringraziare?

Non abbiamo ancora ricevuto un dono che già allunghiamo la mano per afferrarne un altro: non sentiamo il bisogno di posare un momento il dono ai suoi piedi e alzare il cuore a Lui per dirgli grazie? Siamo talmente indaffarati a godere i beni della vita che non ci rimane più il tempo per essere riconoscenti a Dio di quello che abbiamo. Dio non ci chiede di contraccambiare, come potremmo farlo? Dio ci chiede soltanto di accorgerci che abbiamo le braccia ricolme e di fermare un momento il vortice del nostro egoismo per riconoscere la sua bontà.

L’uomo stima i doni di Dio solo quando li perde. Si stima la salute quando non si ha più. Si valorizzano le persone care quando si sono perdute. Oggi abbiamo iniziato una giornata nuova,. ma è difficile che ci siamo ricordati di ringraziare del dono della vita! E così pure per il dono della parola, dell’udito, della vista, delle gambe per camminare tutti i giorni e poter compiere i doveri che ci attendono. Il motivo di fondo è spesso la nostra ignoranza e superficialità, che sono di grande intoppo al cammino verso Dio: non siamo abituati a riflettere!
Anche un ateo, che non sa nulla di preghiera, ma si apre a Dio, può entrare direttamente in questa via di preghiera e percorrerla fino in fondo. Fin dal primo momento che si mette a cercarlo, non ci vogliono parole, basta solo un’idea, questa: Dio è un Padre buono che mi ama! Il resto viene da sé.
Per insegnare a un convertito a pregare basta insegnargli a ringraziare. Anche se non ha mai pregato, con questo mezzo sa pregare. E’ una strada varia e gaia la preghiera di ringraziamento: è come cogliere fiori in un prato. Non si è finito di coglierne uno… che già se ne vede un altro più bello ancora, che invita a farsi cogliere: e il mazzo diventa grande come una bracciata! Mettersi a ringraziare è un incentivo a trovare i doni di Dio; e i suoi doni son fatti così: più si cercano e più si trovano, tanto che è impossibile afferrarli tutti…
Per dare ai bambini il gusto della preghiera basta condurli per mano fino alla soglia del ringraziamento e poi lasciarli lì.
Appena varcata la soglia essi non hanno più bisogno della nostra guida, perché camminano dentro da soli con speditezza. Ringraziare è una preghiera che non stanca mai e c’è sempre del nuovo e del bello: da pensare, da vedere, da dire. Per questo è la preghiera adatta a tutti, per tutte le età e tipo di persone, per ogni preparazione spirituale.
Ringraziare è la preghiera senza strutture perché le scavalca tutte: più si è semplici, più si è capaci a ringraziare!
E anche la preghiera più riposante, riposa la mente e allarga il cuore. Quando la mente è stanca è la preghiera più adatta, perché non assorbe, non pesa. Anche ad un ammalato spesso io dico: “Non stai bene… è vero, però non lasciare mai la preghiera, ma scegli una preghiera che non stanca: prova a metterti a ringraziare, vedrai com’è riposante questo modo di pregare!”. E anche il malato può così essere dentro un’intensa attività di preghiera. Ho scoperto anche una cosa: che il ringraziamento è persino un correttivo del carattere. Chi si abitua non è più solo coi propri limiti, perché ha Dio in cima a tutti i pensieri. Mette così Dio in tutti i suoi problemi, e inizia un rapporto di vita intima con Lui. inizia un’amicizia vera, piena di confidenza e di mutua intesa.

Sovente le nostre frustrazioni sono causate dalla nostra solitudine. Si è soli nel ginepraio dei nostri problemi: si è come sperduti nel pantano di una palude, ogni ramo che si afferra non regge … ogni zolla su cui si mette il piede va giù!
La preghiera di ringraziamento è la scoperta del mondo di Dio, è Dio che si mette vicino a noi e si mette a camminare con noi e ci dà quello di cui abbiamo bisogno. Basterebbe questo pensiero: Dio è vivo, accanto a me a risolvere i nostri conflitti interiori. La confidenza in Lui dà forza, è come una luce che si accende nel fitto delle tenebre.

L’abitudine al ringraziamento comporta una “messa a punto” di tutti i nostri problemi, delle nostre ansie e paure, difficoltà e pene… Perché dietro ad ogni fatto che ci tocca da vicino è presente Dio che ci ama e nel quale si acquista confidenza sempre più profonda. Allora la vita di fede opera in noi le sue trasformazioni profonde.
(Padre Andrea Gasparino)

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