Bisogna chiarire subito una cosa: il dialogo tra ebrei e cristiani può essere su valori condivisi, su collaborazione su certe questioni sociali, sulla convivenza pacifica, sulla libertà religiosa.
Ma non esiste un dialogo teologico…così come può aversi tra fedi cristiane in cui ci si può cercare di spiegare l’un l’altro e ridurre le differenze dato che spesso vi sono concetti espressi in maniera diversa ma la fede di base è unica.
Con gli ebrei, nostri fratelli, non è questo il dialogo possibile. Per noi Gesù è il Messia, morto e risorto pe noi. Il Dio in terra, vero uomo e vero Dio. Questo non impedisce di incontrare, rispettare ed amare anche chi non crede in questo.
Gli ebrei sono le origini del cristianesimo, ma la nostra fede è qualcosa che riteniamo molto più profonda e ampia (sennò non saremmo cristiani).
Parimenti un ebreo pur ritenendo i cristiani dei pagani o una setta deviante possono e sanno dialogare e rispettare gli altri senza abiurare alla loro fede.
Resta per noi cristiani il dovere di annunciare a tutti i popoli il Vangelo: non e’ imporre, non e’ obbligare, non e’ convincere a forza.
Annunciare il Vangelo e’ far conoscere con la testimonianza, l’amore e le parole la bellezza dell’amore di Gesù.
Anche agli ebrei, con rispetto, talvolta anche ammirazione, stima.
Quindi anche verso gli ebrei ci vorranno dialogo, ascolto, amore e annuncio, ricordando che anche noi stessi abbiamo bisogno di essere ogni giorno rievangelizzati.
Paolo Botti