It’s only one leg less. E’ solo una gamba in meno

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Sono nato senza la gamba destra ma da sempre appassionato di calcio ho deciso che l’ostacolo che la vita mi aveva messo davanti sarebbe diventato una sfida per realizzare il mio sogno.
Il calcio per me ė sempre stato il canale principale per abbattere ogni tipo di pregiudizio. La passione e l’amore per questo sport non mi hanno mai impedito di continuare a inseguire il mio obiettivo. Così nel 2012, grazie al Centro Sportivo Italiano, divento fondatore e capitano della Nazionale Italiana di Calcio Amputati.
Il calcio per me significa tutto e va oltre ogni cosa. Anche della genetica. Il mio stile di vita è tutto in quel messaggio che ho tatuato sul collo: IT’S ONLY ONE LEG LESS.

La Nazionale Italiana Calcio Amputati CSI
La Nazionale Italiana Calcio Amputati CSI è nata quindi da una ferma volontà di Francesco “Messi” Messori, allora 14enne. Così ha reclutato, con il sostegno del CSI, un gruppo a oggi di circa 20 giocatori che, per un incidente, malattie o problemi congeniti, sono privi di un arto inferiore, ad eccezione del portiere, a cui, per regolamento, deve mancare uno degli arti superiori.
A partire da gennaio 2013 la squadra comincia ad allenarsi con una cadenza di un ritiro al mese di due giorni in diverse località della penisola. L’esordio ufficiale in campo internazionale è avvenuto il 27 aprile 2013 ad Annecy, contro la Francia. «La squadra che scenderà in campo in Francia è realmente la Nazionale del CSI» ha spiegato il presidente nazionale del CSI Massimo Achini.
«Questi ragazzi “in gamba” hanno l’onore ed il privilegio di rappresentare tutta l’associazione ed oltre 900 mila tesserati. Abbiamo affidato a loro questo compito perché per noi la cosa più importante è essere campioni nella vita e loro, in questo senso, non sono secondi a nessuno. Tutto il CSI segue la loro trasferta in Francia con entusiasmo. Dietro tutto questo c’è un grande impegno del CSI per tutta l’attività per i disabili, un impegno che vogliamo lanciare e rilanciare perché per noi costituisce una delle priorità di questi anni».
Non avere una location fissa per gli allenamenti ha contribuito a far conoscere questa nuova disciplina e a portare sani valori dello sport in giro per l’Italia. La Nazionale in questi anni di vita è sempre stata ospitata grazie alla disponibilità e al contributo di amministrazioni comunali, Società sportive, Associazioni varie, Comitati territoriali e regionali CSI.

I ragazzi della Nazionale Calcio Amputati rappresentano ad oggi dieci regioni. Il resto è storia, dalla nascita della Nazionale ad oggi, si sono disputate partite e tornei internazionali. Le nazionali incontrate dal 2013 ad oggi sono state Francia, Germania, Irlanda, Spagna, Polonia, Turchia, Ucraina, Belgio, Inghilterra. La prima partita in Italia si è tenuta disputata il 5 ottobre del 2013 a Cremona.
A settembre 2014 la Nazionale ha partecipato all’Amp Football Cup, a Varsavia, uno dei più importanti tornei internazionali per questa categoria, chiudendo al quinto posto e nell’anno successivo al quarto posto. Per il settantesimo del CSI, la squadra ha vissuto la grande emozione di essere ricevuta da Papa Francesco. Francesco Messori in quell’occasione ha regalato la sua fascia di capitano al Santo Padre.
Nel dicembre 2014, un altro traguardo importantissimo: la partecipazione ai Mondiali in Messico. Si sono piazzati noni su ventiquattro squadre. Un risultato più che dignitoso, visto che erano nati da appena da due anni. Hanno vinto la partita inaugurale con il Messico per 2-0 e si sono classificati primi nel loro girone. Sono stati battuti agli ottavi da Haiti. Ma solamente ai rigori.
Sempre nel dicembre 2014, la Nazionale entra a far parte della WAFF (World Amputee Football Federation) e nel febbraio 2015 nasce la EAFF (European Amputee Football Federation). E l’Italia ne fa parte.
La squadra è allenata dai due tecnici emiliani, quali Renzo Vergnani e Paolo Zarzana. La squadra al completo ha una rosa di circa venti giocatori provenienti da 10 regioni d’Italia. I convocati per gli allenamenti sono sempre quattordici, due portieri e dodici giocatori, mentre per le partite i tecnici convocano dodici atleti, dieci giocatori e due portieri, perché il calcio per amputati si gioca a sette e non a undici. Le convocazioni sono stabilite dai due allenatori di volta in volta. Un allenamento tipo consta di un riscaldamento di una ventina di minuti. Poi i portieri, per trenta minuti, vanno con il loro preparatore, mentre i giocatori, per gli stessi minuti, fanno esercizi tecnico-tattici.
Insieme si effettuano situazioni di gioco, prima della partitella finale con due squadre contrapposte.
Per tutti loro, giocatori e staff, il Mondiale in Messico e la vittoria all’esordio proprio contro i padroni di casa per 2-0, davanti a un pubblico numericamente incredibile è stato certamente il ricordo più bello ed esaltante.
La mattina di quella indimenticabile giornata, a fine allenamento, i ragazzi avevano costituito un cerchio tutti molto emozionati perché alla sera avrebbero partecipato ad un Mondiale di calcio. In quel cerchio con lo staff tecnico, erano rimasti in silenzio. Così come anche in silenzio avevano aspettato la sera prima di entrare in campo per iniziare quella magica avventura.
Francesco Messori – Quaderni 18 – Scienza e Vita

Pubblicato con il permesso del presidente di S&V Gambino

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