Il profilo prevalente – benché non esclusivo – tra gli occupati moldavi è quello di impiegati e addetti alle vendite e ai servizi personali occupati nei Servizi alla persona.
Un’analisi dei principali indicatori sul mercato del lavoro rivela performance occupazionali migliori di quelle registrate sul complesso della popolazione non comunitaria: il tasso di occupazione è pari al 66,7% (a fronte del 58,8% registrato per il complesso degli extra UE), il tasso di inattività è del 24,5% (per il complesso della popolazione non comunitaria l’indicatore è pari al 33% circa), mentre il tasso di disoccupazione si attesta su 11,9%, contro il 13% relativo alla popolazione non comunitaria nel complesso. Il dato è da collegare anche al forte protagonismo femminile in ambito lavorativo: la comunità è infatti tra quelle che fanno rilevare un maggior tasso di occupazione femminile (59,9% a fronte del complessivo 43%), benché permanga un significativo divario tra il tasso di occupazione maschile (78,8%) e quello femminile (59,9%).
La distribuzione degli occupati di origine moldava tra i settori di attività economica mette in luce la già citata canalizzazione della comunità nel settore dei Servizi pubblici, sociali e alle persone, che risulta prevalente, accogliendo complessivamente i due quinti dei moldavi occupati in Italia. Ad un’analisi per genere appare evidente, tuttavia, come si tratti di una settorializzazione che caratterizza prevalentemente l’occupazione femminile (la quota raggiunge il 65% nel caso delle donne a fronte di un valore del tutto residuale per la componente maschile, 5,9%), mentre gli uomini della comunità si concentrano in ambito industriale (52,3% complessivamente) e nei Trasporti e servizi alle imprese (31,6%).
I titolari di imprese individuali nati in Moldova al 31 dicembre 2021 sono 7.079, ovvero l’1,8% degli
imprenditori non comunitari in Italia. Nonostante la comunità si caratterizzi per una prevalenza femminile, tra gli imprenditori individuali si rileva una netta maggioranza della componente maschile (70%). Si evince una significativa canalizzazione degli imprenditori moldavi verso l’edilizia che, con una quota del 48,4%, risulta nettamente prevalente: le imprese edili moldave rappresentano il 3,9% delle imprese individuali non comunitarie che operano nel settore.
Contrariamente al complesso della popolazione non comunitaria, la comunità è piuttosto interessata dalle pensioni di vecchiaia: a conferma di un’età anagrafica superiore a quella relativa al complesso della popolazione non comunitaria, il 5,9% dei percettori extra UE è di cittadinanza moldava. Segnale del buon livello di integrazione della comunità nel tessuto economico-sociale italiano è inoltre l’elevata fruizione delle misure di assistenza alle famiglie: il 6,8% delle percettrici di indennità per maternità non comunitarie è di nazionalità moldava. Il dato è ancor più degno di rilievo considerata la bassa quota di minori e il contenuto numero di nascite nella comunità: l’elevata fruizione di questa misura è infatti da collegare all’inserimento delle donne del mercato del lavoro, essendo tale indennità rivolta alle sole madri lavoratrici.
Testo da
Rapporti annuali sulle comunità migranti in Italia, curati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali-Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione con la collaborazione di ANPAL Servizi SPA,