Nel corso del 2022 hanno fatto ingresso in Italia 167.106 cittadini ucraini, un numero senza precedenti, che superiore quello rilevato l’anno precedente del 1.556,6%: anche in questo caso, è evidente l’effetto della guerra, che ha portato in Italia un altissimo numero di persone in fuga dagli scontri. Motivazione nettamente prevalente di ingresso risulta perciò Asilo, richiesta asilo e motivi umanitari (il 92% circa degli ingressi di ucraini), in crescita del 42.999,7% rispetto all’anno precedente. Secondo motivo di ingresso per i cittadini appartenenti alla comunità è il lavoro (il 3,4%, in aumento rispetto all’anno precedente: +8,6%).
L’analisi della tipologia dei permessi di soggiorno evidenzia un forte calo dei permessi di lungo soggiorno, in ragione dell’aumento vertiginoso di quelli a scadenza: la quota di
lungosoggiornanti all’interno della comunità al 1° gennaio 2023 è, infatti, pari al 47,4%, dato che l’anno precedente si attestava sull’81,2% ed era il più alto tra le principali comunità.
Per quanto riguarda i permessi a scadenza, i permessi per richiesta asilo o altre forme di protezione
rappresentano la netta maggioranza di quelli rilasciati per la comunità (76,7%), a ulteriore conferma
dell’impatto del conflitto sulle statistiche relative alla collettività. Seconda motivazione di soggiorno è il lavoro, con un’incidenza del 12% (a fronte di 30% per la popolazione extra UE nel complesso). Rispetto all’anno precedente i titoli soggetti a rinnovo della comunità aumentano complessivamente del 365%, trainati dall’incremento del 4548,9% per i titoli legati a forme di protezione. La comunità ha perciò sperimentato – e sta sperimentando – grandi cambiamenti al suo interno, innescati dall’arrivo di molti connazionali accolti nel nostro Paese.
Testo da
Rapporti annuali sulle comunità migranti in Italia, curati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali-Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione con la collaborazione di ANPAL Servizi SPA,