I dati sulla diffusione delle epatiti virali acute in soggetti tossicodipendenti

I processi infiammatori acuti del fegato causati da specifici virus epatotropi, contagiosi e ubiquitari vengono studiati all’interno del quadro delle epatiti virali. I tipi virali più diffusi detti “virus epatitici maggiori” sono: HAV, HBV, HCV, HDV, HEV. Per tutti i casi di epatite virale, in Italia è prevista la notifica obbligatoria in classe II, secondo il Decreto Ministeriale 15 dicembre 1990: il medico deve comunicare il caso, entro 48 ore dall’osservazione, alla Azienda Sanitaria Locale (ASL) di competenza che a sua volta provvede, previa validazione della diagnosi, all’invio alla Regione; quest’ultima invia la segnalazione al Ministero della Salute e all’ISTAT.

In Italia è, inoltre, attiva dal 1985 una sorveglianza speciale denominata Sistema epidemiologico integrato dell’epatite virale acuta – SEIEVA, coordinata dal Centro Nazionale per la Salute Globale e dal Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, che raccoglie informazioni più dettagliate sui casi e consente così la valutazione dell’incidenza, nonché la comprensione e la stima del contributo relativo dei diversi fattori di rischio di epatite acuta. La partecipazione alla sorveglianza SEIEVA è su base volontaria: attualmente aderisce l’86% delle ASL italiane distribuite su tutto il territorio nazionale (con l’eccezione del Molise), alle quali afferisce l’82,4% della popolazione italiana. Il numero di ASL partecipanti, e conseguentemente la popolazione sorvegliata, sono in costante aumento. Attraverso il questionario epidemiologico SEIEVA vengono raccolte informazioni sui principali fattori di rischio per le epatiti virali acute, compresa la tossicodipendenza.

I tossicodipendenti, soprattutto quelli che assumono droghe per via iniettiva e in particolare per l’uso di siringhe contaminate, sono ad aumentato rischio di epatite virale a trasmissione parenterale (B, C e Delta). In modo nuovo, inoltre, negli ultimi anni sono state descritte numerose epidemie di epatite A tra tossicodipendenti. Di seguito verranno descritti i casi di epatite A, B, C e Delta in soggetti tossicodipendenti, indipendentemente dalla modalità di assunzione delle sostanze, segnalati al SEIEVA negli anni dal 1991 al 2018. Inoltre viene presentata un’analisi più dettagliata riferita all’ultimo quinquennio 2014-2018. Al sistema di sorveglianza SEIEVA durante il 2018 sono stati segnalati 12 casi di epatite A in soggetti tossicodipendenti, 10 di epatite B, 12 di epatite C e nessun caso di epatite Delta. L’età mediana dei soggetti tossicodipendenti segnalati per epatite A risulta di 24,5 anni, mentre quella dei casi di epatite B e C risulta rispettivamente di 38 e 36 anni. Tra i soggetti tossicodipendenti segnalati per epatite A non risultano utilizzatori di sostanze stupefacenti per via endovenosa (IDU), mentre tra i segnalati per epatite B si registrano 5 casi IDU (tutti di genere maschile) e altrettanti 5 casi tra i segnalati per epatite C (M = 2 casi; F = 3 casi). I soggetti IDU complessivamente tendono a essere più giovani rispetto a chi assume droghe per vie diverse da quella endovenosa (età mediana 34 anni negli IDU e 39,5 negli altri).

Fonte: Dipartimento delle politiche antidroga (relazione 2019, dati 2018).

SOSTIENI GLI AMICI DI LAZZARO E QUESTO SITO.
Abbiamo davvero bisogno di te!
IBAN (BancoPosta intestato ad Amici di Lazzaro)
IT98P 07601 01000 0000 27608 157
PAYPAL Clicca qui (PayPal)
SATISPAY Clicca qui (Satispay)

Dona ora per chi ha bisogno. Grazie!

SOSTIENI INIZIATIVE MISSIONARIE!
Con il tuo 5 per 1000 è semplice ed utilissimo.
Sul tuo 730, modello Unico, scrivi 97610280014

Demoliamo il ddl Zan e le sue future versioni

20.000 euro per affittare un utero in Cina