“Abbiamo salvato tre ragazze nigeriane dall’inizio di settembre”.
Così racconta l’intervento dell’associazione «Amici di Lazzaro» il suo fondatore, Paolo Botti, impegnato insieme agli altri volontari a sottrarre le prostitute straniere dal giogo degli sfruttatori. Alle ultime tre ragazze aiutate a liberarsi, si aggiungono due romene e un’albanese che sono state tolte dalla strada nelle settimane precedenti.
In media salvano una ragazza a settimana, decine all’anno e ora cercano nuovi volontari da preparare per le loro attività.
«Usciamo tre volte a settimana, all’incirca due ore ogni sera, dalle dieci in poi», (LEGGI QUI) racconta Paolo Botti che ha creato l’associazione nel 1997 per aiutare i clochard. «Ci eravamo accorti che molte nigeriane andavano in stazione per recarsi ai luoghi in cui si vendevano e quindi nel 1999 abbiamo cominciato a occuparci di sfruttamento della prostituzione soprattutto alla Pellerina e in corso Massimo».
In dieci anni le zone sono cambiate e ora gli “Amici di Lazzaro” coprono un’area più vasta: «Giriamo Torino e la cintura nelle sere, ma quando usciamo la domenica pomeriggio ci spingiamo anche a Carmagnola, Rivalta, Chivasso… ». È un compito delicato, anche se con l’esperienza acquisita e la fama conquistata sul campo si può agire con sicurezza: «È più facile avvicinare le nigeriane — spiega — perché non hanno un protettore che le controlla a vista. Il difficile viene dopo: temono ritorsioni verso le famiglia. Sono succubi dei riti woodoo».
Con le ragazze dell’Est la vicenda è diversa: «Sono sempre controllate, però per alcune — come le rumene che hanno i documenti in regola o le albanesi già regolarizzate — l’inserimento è più facile». Si procede con calma: «All’inizio spieghiamo che possono denunciare gli sfruttatori e restare in Italia. A quelle che hanno paura forniamo aiuti pratici o burocratici per instaurare un rapporto di fiducia. Offriamo delle alternative, come i corsi per imparare l’italiano che la nostra associazione organizza, o indicando le associazioni che possono fornire accoglienza, cure mediche o formazioni professionali», spiega Botti. A volte «alcune ci contattano di loro volontà perché c’è un passaparola tra le ragazze già uscite dal giro e le altre. Capitano anche dei clienti che ne vedono una in difficoltà e ce le segnalano».
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AMICI DI LAZZARO, CONTRO LA TRATTA Quante le donne aiutate: dal 2000 oltre 370 ragazze hanno ottenuto aiuto dall’associazione per liberarsi dallo sfruttamento della prostituzione. L’associazione incontra in strada le vittime della tratta (almeno 600 ogni anno). Nel 2009-2012 oltre 100 ragazze hanno lasciato la strada. |
Opuscolo in pdf sulla tratta (scarica) |
Secondo i dati dell’associazione più della metà delle prostitute a Torino sono nigeriane, seguite dalle rumene (20%). Sono in aumento le cinesi, il cui sfruttamento è più nascosto, e le arabe. Facciamo anche dei corsi di formazione. Sono lezioni per capire la prostituzione ma anche le ragazze sfruttate, la loro cultura — dice — . Ad esempio mostriamo un documentario sui quartieri a luci rosse di Amsterdam, finiti in mano agli sfruttatori». Una lezione è dedicata alla religiosità woodoo: «Spieghiamo come funzionano i riti e come le ragazze li vivono, perché fa parte della loro cultura animista che scandisce le loro vite e rende dipendenti loro e la loro famiglia». (LEGGI QUI I 18 MITI SULLA PROSTITUZIONE)
Andrea Giambartolomei, LaRepubblica Torino