I minori di origine cinese risultano 80.691 e rappresentano un decimo dei minori non comunitari. Il loro numero ha registrato, nell’ ultimo anno, un decremento inferiore a quello relativo alla comunità nel suo complesso: -1,7%, a fronte del -3,1%.
L’inserimento dei minori cinesi nel circuito scolastico italiano è inferiore alla media: solo il 66% dei minori cinesi frequenta scuole italiane, a fronte di una media rilevata sui non comunitari complessivamente considerati pari all’81%.
La scuola primaria accoglie la maggior parte degli studenti cinesi, con un’incidenza pari al 37,6%, segue la secondaria di primo grado con il 25% degli alunni della comunità, mentre quote analoghe e prossime al 18,5% frequentano la scuola di infanzia e la secondaria di secondo grado.
L’incidenza della comunità cinese, invece, risulta di tutto rilievo nell’ambito della formazione universitaria: i 7.494 studenti universitari di cittadinanza cinese rappresentano l’11,4% della popolazione accademica non comunitaria. La comunità, infatti, si colloca in 2° posizione, dopo quella albanese, per numero di iscritti nelle università italiane.
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I giovani cinesi tra i 15 ed i 29 anni che non studiano né lavorano (NEET) sono 5.446, pari al 2,3% dei NEET di origine non comunitaria. La quota di NEET all’interno della popolazione cinese di età compresa tra i 15 ed i 29 anni è tra le più basse rilevate tra le principali comunità non comunitarie: 16%, a fronte di una media del 34,6%.
Tratto da “La comunità cinese in Italia, Rapporto annuale sulla presenza dei migranti”, a cura del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, 2018