Ogni bambino è un dono di Dio, che va accolto con gratitudine a braccia aperte nella vita coniugale. Ogni bambino ha il diritto di essere concepito in modo naturale, di nascere in una famiglia e di essere cresciuto in un’atmosfera di amore da un padre e una madre. La maternità surrogata viola brutalmente questo diritto e rende impossibile per l’Ucraina seguire il cammino dello sviluppo e della grande eredità europea.
Appello dei vescovi cattolici dell’Ucraina
alle autorità ucraine e a tutte le persone di buona volontà
riguardo alla maternità surrogata
La pandemia di coronavirus ha evidenziato molte patologie nella nostra società moderna. Una di queste è il fenomeno della maternità surrogata, ovvero il trattare le persone come merce, che può essere ordinata, prodotta e venduta, il che, purtroppo, è consentito dall’attuale legislazione ucraina.
Si tratta di un problema su cui noi, in quanto esponenti religiosi, abbiamo ripetutamente richiamato l’attenzione delle autorità statali competenti. Questo oltraggio alla dignità umana ci spinge, noi vescovi cattolici dell’Ucraina, a rivolgerci ancora una volta alle autorità ucraine a tutti i livelli, chiedendo loro di condannare e vietare questo vergognoso fenomeno.
(…) I neonati giacciono in moderne incubatrici, privati del tocco materno, del calore paterno, delle cure disinteressate e dell’amore di cui hanno disperatamente bisogno. Vengono invece trattati come prodotti acquistati per i quali non si è presentato alcun acquirente. Una simile dimostrazione di disprezzo per la persona umana e la sua dignità è inimmaginabile. E tutto ciò è reso possibile dalla legalizzazione della maternità surrogata.
La cosiddetta maternità surrogata legalizzata, che non può nemmeno essere definita “maternità”, non solo ha prodotto gli orrori che oggi vediamo, ma rappresenta anche, nella sua essenza, un male morale. Essa causa indicibili sofferenze e privazioni sia al bambino nato in questo modo, sia alla donna che lo ha partorito, ai suoi familiari e, in ultima analisi, anche alle stesse persone che “producono” bambini (come se fossero animali da allevamento).
Nella sua essenza, la pratica della maternità surrogata – il suo oggetto, il suo scopo e i mezzi per realizzarla – è moralmente inaccettabile. Lo stesso vale per la cosiddetta maternità surrogata altruistica, che non può avere alcun valore morale: infatti, anche se l’intenzione della madre surrogata fosse buona, i mezzi e l’obiettivo resterebbero comunque cattivi.
La dimensione commerciale della maternità surrogata, da un punto di vista morale, merita una condanna ancora più severa, poiché aggiunge il male della compravendita delle funzioni corporee e della persona stessa del neonato. Nessuna circostanza o conseguenza può mai giustificare la pratica della maternità surrogata.
Ogni figlio è un dono di Dio, da accogliere con gratitudine e a braccia aperte nella vita matrimoniale. Ogni bambino ha il diritto di essere concepito in modo naturale, di nascere in una famiglia e di crescere in un clima di amore, con un padre e una madre. La maternità surrogata viola crudelmente questo diritto e ostacola il cammino dell’Ucraina verso lo sviluppo e la grande eredità europea. Questa grave lacuna nella legislazione ucraina indebolisce gli sforzi di integrazione europea e scredita il nostro Stato agli occhi della comunità europea.
Sosteniamo l’appello del Commissario per i diritti umani della Verkhovna Rada dell’Ucraina affinché venga vietato, a livello legislativo, il traffico internazionale di bambini nel nostro Paese. Chiediamo con forza il divieto della maternità surrogata in qualsiasi forma, sia altruistica che commerciale, e l’adozione di misure adeguate per garantire assistenza e la possibilità di adozione familiare ai bambini nati in queste condizioni.
Rafforziamo questa nostra richiesta citando la condanna di numerose istituzioni internazionali contro questo vergognoso fenomeno, riportata nell’appendice a questa lettera.
Chiediamo inoltre che le autorità statali prestino finalmente attenzione alla politica familiare in Ucraina, istituendo un’adeguata autorità governativa dedicata alla tutela delle famiglie ucraine. È essenziale garantire che le madri ucraine non siano costrette a vendere il proprio corpo e i figli che portano in grembo per sopravvivere o per sostenere i propri familiari.
A nome del Sinodo dei Vescovi dell’Arcivescovado Maggiore di Kiev-Halych della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina
Sua Beatitudine Sviatoslav
Arcivescovo supremo di Kiev-Halych,
Capo della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina
A nome della Conferenza Episcopale della Chiesa Cattolica Romana in Ucraina
Arcivescovo Mieczysław Mokrzycki
Metropolita di Leopoli,
Presidente facente funzione della Conferenza Episcopale
della Chiesa Cattolica in Ucraina
Appendice
alla domanda di maternità surrogata
Il Parlamento europeo ha condannato inequivocabilmente la pratica della maternità surrogata, senza fare distinzione tra i suoi aspetti “altruistici” e “commerciali”. 5 aprile 2011 Il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione che invita “gli Stati membri a riconoscere il grave problema della maternità surrogata, che costituisce lo sfruttamento del corpo femminile e dei suoi organi riproduttivi” (risoluzione del Parlamento europeo del 5 aprile 2011 sulle priorità e la definizione di un nuovo quadro politico dell’UE per combattere la violenza contro le donne, http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P7-TA-2011-0127+0+DOC+XML+V0//IT (21/01/2016), §20)
. Questa risoluzione sottolinea anche che la maternità surrogata contribuisce alla tratta di esseri umani: “donne e bambini sono soggetti alla stessa forma di sfruttamento ed entrambi possono essere trattati come merci sul mercato riproduttivo internazionale, e nuovi accordi riproduttivi come la maternità surrogata aumentano la tratta di donne e bambini e il loro trasporto illegale attraverso i confini nazionali” (risoluzione del Parlamento europeo del 5 aprile 2011 sulle priorità e la definizione di un nuovo quadro politico dell’UE per combattere la violenza contro le donne, http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P7-TA-2011-0127+0+DOC+XML+V0//IT (21/01/2016), §20)
La relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo 2014 e la politica dell’UE in materia, adottata dalla sessione plenaria del Parlamento europeo il 30 novembre 2015, “condanna la pratica della maternità surrogata, che mina la dignità umana delle donne poiché i loro corpi e le loro funzioni riproduttive sono utilizzati come merci” (risoluzione del Parlamento europeo del 30 novembre 2015 sulla relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo 2014 e la politica dell’Unione europea in materia,
Testi approvati – Relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2014 e sulla politica dell’Unione europea in materia – Giovedì 17 dicembre 2015 (21/01/2016), §115)
La pratica della maternità surrogata viola il diritto internazionale ed europeo, in particolare la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, art. 1 e 3, (2000), Convenzione sui diritti del fanciullo art. 7 e 3 (1989), e il Protocollo sulla vendita dei bambini, art. 2 (2000), Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne art. 6 (1979), Sull’adozione dei bambini, Art. 4s (3) (1967 e 1993), Sulla tratta di persone Art. 4; (2005), Articolo su diritti umani e biomedicina. 21 (1997).
Nel rapporto del Relatore Speciale sulla vendita e lo sfruttamento sessuale dei bambini – incluse la prostituzione minorile, la pornografia infantile e altro materiale contenente abusi sessuali su minori (2018) – si leggono avvertimenti contro gli abusi e le pratiche legate a tutte le forme di maternità surrogata. Inoltre, il nostro Stato viene criticato come uno dei principali centri internazionali della maternità surrogata commerciale.
(https://documents-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/G18/007/71/PDF/G1800771.pdf?OpenElement).