Dove sono io nei confronti della Mammitudine?

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Image by predvopredvo from Pixabay

Ndr Premessa: A Torino,l’ospedale Sant’Anna di Torino nasce una stanza per offrire supporto concreto e vicinanza alle donne in gravidanza, ne esiste una anche all’Ospedale Mauriziano a Torino da molti anni. Vi si offrirà sostegno alle donne che rischiano di ricorrere all’aborto per motivi economici o sociali , il MPV aiuterà le donne bisognose di sostegno, “contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre alla interruzione della gravidanza” (l. 194 art. 2 lettera d).



Ci vanno fuori dai gangheri: se un ente pubblico realizza un supporto volontaristico per donne che ipoteticamente, nel momento in cui vengono sostenute, potrebbero optare per non interrompere la gravidanza, escono letteralmente di cervello.

Le obiezioni sono sempre quelle:
l’autodeterminazione in primis. Eh: però quando le donne abortiscono perché il maschio irresponsabile le costringe (“Mio marito non vuole usare il preservativo”) o la mammina invadente le ricatta affettivamente (“Se adesso abortisci, quando poi sarà il momento giusto, ti aiuterò”) o perché il datore di lavoro le declasserebbe (“Passerai a fare un mero lavoro d’ufficio e con metà stipendio”), o perché la dottoressa irreprensibile vuole essere d’aiuto (“Non hai l’età, fallo quando potrai permettertelo”), cos’è?
E se invece qualche donna quel bambino lo terrebbe volentieri se solo qualcuno le dicesse una parola buona? “Eh no – tuonano le vocine – questa gente (le persone che aiuterebbero la donna a tenere il bambino) vuole solo lavare il cervello alla donna perché non abortisca, poi la abbandonano quando il bambino è nato relegandola a un ruolo che non sarebbe il suo”.

E’ vero. Le madri sono sole.
Dopo aver cancellato la famiglia che si prendeva cura della madre, dopo aver cancellato la famiglia come valore necessario per la vita di un bambino, dopo aver cancellato la possibilità che la mamma opti per lavorare come e quanto può senza intaccare la relazione con il figlio (parlo dei fondamentali primi 1000 giorni), dopo aver cancellato ogni supporto possibile perché la madre possa non stare sola con una creatura da allevare… Adesso veniamo su e diciamo alle donne di non abortire. Eccerto: tutto torna.
Infatti cosa c’è di meglio del cancellare una vita umana, se lo si può fare? Tanto quando viene risucchiata da una pompa o viene espulsa nel gabinetto, mica piange. In effetti sarebbe estremamente pesante ammettere che in cinquant’anni di cultura antifamilista e antifemminile, abbiamo deturpato ogni tipo di tessuto sociale che poteva rendere la donna felice dell’essere madre. Meglio e molto più semplice tagliare lì la cosa. Cosa vuoi che siano 68 mila bambini morti (solo nel 2020), a fronte dell’almeno 68 mila donne che sono rimaste libere di soffrire di depressione in solitudine, lavorando come schiave, ma magari potendo andare in palestra o a farsi lo spritz con le amiche e coccolandosi un gattino? Quelle amiche specialissime che se la loro amica rimane gravida la trattano come una povera imbecille che si è fatta fregare, che se l’amica ha un neonato la mollano lì perché se ha voluto la bicicletta adesso pedala, che se ha un bambino malato xxxxx suoi aveva a pensarci prima, che se ha un bambino fragile doveva abortire perché quello sì che è un suo diritto (di solito usano l’imperfetto al posto del congiuntivo perché sono capre, le care compagne di aperitivo).

Dove sei TU quando hai la compagna di scuola diciassettenne che è rimasta gravida del simpaticone di turno e che magari ha pure mamma narcisista che vorrebbe portarla ad abortire perché deve decidere lei quando sarà il momento giusto per fare la nonna? Tu sei lì che le dici che la aiuterai con suo figlio e che sarà la sua benedizione o sei lì per dire fallo così dopo torniamo a sballarci in discoteca?
Dove sei TU quando hai la vicina di casa con tre bambini piccoli e senti che è stanca (urla o piange, è facile da capire) e che i bambini la stanno tirando scema (piangono e urlano, è facile da capire)? Le porti delle lasagne e proponi di tenere i bimbi più piccoli incollandoli a Robin Hood della Disney che fa ridere pure te, oppure te ne sbatti tanto è un problema che non ti riguarda?

Dove sei TU quando hai delle dipendenti giovani che certamente potrebbero rimanere incinte? Le incoraggi a sposarsi e fai loro un prestito a interessi 0 perché possano permettersi di metter su famiglia e magari, quando saranno mamme, darai loro il part-time a stipendio pieno per i primi tre anni di vita del bambino e lasciando che si organizzino con le colleghe gli orari di lavoro, o fai in modo che firmino il licenziamento in bianco così se rimangono incinte le butti fuori di casa?
Dove sei TU quando hai la donna che ti dice che abortisce perché non è il caso/il momento/l’uomo giusto? Le dici che non è corretto quello che sta facendo perché c’è una vita dentro di lei e che potrà occuparsene con l’aiuto di un CAV e non sarà mai sola, al massimo potrà darlo in adozione, o le dici che ha ragione “è meglio così ma poi prendi la pillola e stai più attenta”?

Dove sei TU quando ti lamenti che le mamme sono sole aiuto aiuto come facciamo? Le aiuti aprendo un luogo dove possano vedersi, incontrarsi, chiacchierare e non sentirsi sole magari mettendo in discussione la cultura antimaterna degli ultimi decenni e facendo un po’ mea culpa perché hai sempre sostenuto la libertà delle donne di non essere madri, o dici loro che w l’autodeterminazione i figli devono essere una gioia e dare felicità quindi se non sei felice abortisci?
Dove sei TU quando dici che oddio siamo in denatalità? Dici che bisogna aiutare le donne allora facciamo più asili nido così le donne possono tornare allegramente a lavorare smollando la creatura ad altri o dici che siccome fare la mamma è bellissimo ed è fondamentale per la società allora state a casa per i primi mille giorni di vita del bambino e avrete diritto a un aiuto a casa finché ne avete bisogno e poi tornate al lavoro quando e quanto potete perché lo stipendio non si tocca?

La Mammitudine è la principale delle funzioni umane, è quella che ci proietta nel futuro, è quella che stabilirà chi si occuperà del nostro pianeta (non so se è chiara l’allusione). Ogni azione politica o sociale progettata e messa in atto perché le donne mettano al mondo i loro bambini, deve essere sostenuta a spada tratta perché la cultura accolga i bambini che saranno gli adulti di domani (quelli che si prenderanno cura del pianeta, delle piantine e di tutti gli animaletti).


Rachele Sagramoso
(pubblicato con il suo consenso)

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