Le catacombe dei martiri cristiani

Uno dei segni distintivi del cristianesimo delle origini fu il martirio.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice:
Il martirio è la suprema testimonianza resa alla verità della fede; il martire è un testimone che arriva fino alla morte. Egli rende testimonianza a Cristo, morto e risorto, al quale è unito dalla carità. Rende testimonianza alla verità della fede e della dottrina cristiana. Affronta la morte con un atto di fortezza. « Lasciate che diventi pasto delle belve. Solo così mi sarà concesso di raggiungere Dio ». 2474 Con la più grande cura la Chiesa ha raccolto le memorie di coloro che, per testimoniare la fede, sono giunti sino alla fine. Si tratta degli atti dei martiri. Costituiscono gli archivi della verità scritti a lettere di sangue.

Un grande archivio della Chiesa delle origini

Le catacombe sono la prova e il ricordo concreto della fede autentica e coraggiosa dei primi cristiani, spesso martiri e perseguitati. Nei primi tre secoli, il cristianesimo fu spesso osteggiato dall’Impero Romano. La religione cristiana era descritta come “strana e illecita” e “malefica”.

La nascita delle catacombe

Le catacombe nacquero a Roma tra il II e il III secolo d.C., con papa Zefirino (199-217) che incaricò il diacono Callisto (futuro papa nel 217-222) di occuparsi del cimitero della Via Appia, dove furono seppelliti i pontefici del III secolo.

Le sepolture sotterranee erano in uso già presso etruschi, giudei e romani, ma con il cristianesimo nacquero dei sepolcreti ipogei molto grandi per seppellire tutti i fedeli insieme in un coemeterium, parola greca che significa “dormitorio”. Al cimitero, i morti dormivano in maniera provvisoria in attesa della resurrezione finale. Il cimitero di S. Sebastiano sulla Via Appia fu il primo chiamato catacomba, termine che poi venne usato anche per le altre necropoli cristiane.

L’arte nelle catacombe

Nelle catacombe nacque un’arte semplice fatta di pitture, mosaici e rilievi dei sarcofagi, in cui le arti minori rievocano storie del Vecchio e del Nuovo Testamento per spiegare la conversione e la salvezza ai nuovi cristiani con esempi del passato. Ad esempio, ritroviamo Giona salvato dal ventre della balena, dove il profeta era rimasto per tre giorni, rievocando la resurrezione di Cristo; oppure i giovani di Babilonia salvati dalle fiamme della fornace, Susanna salvata dalle insidie degli anziani, Noè scampato al diluvio, Daniele rimasto illeso nella fossa dei leoni.

Dal Nuovo Testamento si selezionano i miracoli di guarigione (il cieco, il paralitico, l’emorroissa) e di resurrezione (Lazzaro, il figlio della vedova di Naim, la figlia di Giairo), ma anche altri episodi, come il colloquio con la samaritana al pozzo e la moltiplicazione dei pani.

Simboli e significati della fede cristiana

Nelle catacombe sono rappresentati tutti i simboli e i significati della fede cristiana: il pesce (in greco ichtùs, acrostico di Gesù Cristo figlio di Dio Salvatore), la colomba per significare la pace del paradiso, l’ancora simbolo della salvezza eterna, l’Alfa e l’Omega (Cristo è l’inizio e la fine di ogni cosa), la Fenice (la risurrezione dei corpi), la palma, il pavone, la fenice e l’agnello. Sulle lastre di chiusura dei loculi, a volte, si trovano simboli come un attrezzo relativo al mestiere svolto in vita dal defunto. I bicchieri, i pani e le anfore alludono ai pasti funebri consumati in onore dei defunti, i cosiddetti refrigeria.

L’arte nelle catacombe era la prima forma di catechismo visivo; basti pensare al famoso affresco del “pesce eucaristico” con il cesto di pani e il bicchiere di vino rosso che simboleggiano chiaramente la moltiplicazione dei pani e dei pesci, nonché il sacrificio eucaristico (Cripte di Lucina nelle catacombe di S. Callisto).

Nelle catacombe romane si trova la più antica immagine della Madonna, rappresentata in pittura nel cimitero di Priscilla sulla via Salaria: un affresco del III secolo raffigurante una Vergine con il Bambino sulle ginocchia dinanzi a un profeta (forse Balaam, forse Isaia) che indica una stella, per alludere al vaticinio messianico.

A Roma, le catacombe più note sono cinque: San Callisto, San Sebastiano, Santa Domitilla, Santa Priscilla e Santa Agnese. Tra queste, vi sono le tombe di nove santi papi, quasi tutti martiri vissuti nel terzo secolo (Cripta dei Papi presso San Callisto) e la Cripta di Santa Cecilia.

Paolo Botti

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