Le piu’ belle frasi di Madre Teresa di Calcutta

Mutter Teresa, lachend, Dezember 1985
Manfredo Ferrari, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Di fronte alle difficoltà, ai dubbi ed alle obiezioni, abbiate fiducia in Lui. Egli non vi deluderà. Se Dio non fornisce i mezzi, significa che non vuole che quel particolare lavoro venga fatto. Se desidera che venga fatto, ve ne renderà i mezzi. Perciò non preoccupatevi.

Se non avete esperienza, chiedete. Non c’è nessuna vergogna nel chiedere, ma non pretendete di conoscere ciò che non conoscete.

La povertà più grande che c’è nel mondo non è la mancanza di cibo ma quella d’amore. C’è la povertà della gente che non è soddisfatta da ciò che ha, che non è capace di soffrire, che si abbandona alla disperazione. La povertà di cuore spesso è più difficile da combattere e sconfiggere.

Non abbiamo assolutamente alcuna difficoltà a lavorare in paesi con diverse fedi religiose. Trattiamo tutti come figli di Dio. Sono nostri fratelli e mostriamo per loro grande rispetto. Noi incoraggiamo cristiani e non a compiere opere d’amore. Ognuna di queste, se fatta col cuore, avvicina chi la fa a Dio.

Per raggiungere il cuore delle persone dobbiamo agire: l’amore si dimostra si mostra con i fatti. La realtà è più avvincente dell’idea astratta.

Siate espressione vivente della bontà di dio; bontà negli occhi, nel volto, nel modo di salutare: credo che il modo in cui viene compiuto un gesto sia importante quanto il gesto stesso.

E’ così bello completarsi a vicenda! Può darsi che quello che facciamo noi nei bassifondi voi non possiate farlo e quello che voi fate nel posto dove siete chiamati ad operare non possiamo farlo noi. Ma insieme stiamo facendo qualcosa di bello per Dio.

Un bambino d Calcutta festeggiava il suo compleanno, e chiese ai genitori di dare a Madre Teresa il denaro che avrebbero dovuto spendere per il suo regalo. Quel bambino insegnò l’amore ai suoi genitori.

Anche se non apro bocca posso parlarvi con gli occhi per mezz’ora buona. Guardandovi negli occhi posso dirvi se nel vostro cuore c’è pace oppure no. Ci sono persone che irradiano gioia e nei loro occhi si scorge la purezza.

Anche se scrivete solo una lettera ad un cieco, o se vi sedete ad ascoltare una persona, o imbucate la sua corrispondenza, o fate visita a qualcuno o gli portate un fiore o gli lavate la biancheria o gli pulite la casa: piccole cose, ma agli occhi di dio tutto è grande.

Siate gentili e misericordiosi. Fate in modo che nessuno venga da voi senza andarsene migliore e più felice. Siate espressione vivente della bontà di Dio: bontà nei vostri occhi, nel volto, nel sorriso, nel saluto. Ai bambini, ai poveri ed a tutti coloro che soffrono e sono soli donate sempre un sorriso felice. Donate loro non soltanto le vostre cure, ma anche il vostro cuore.

Non dimenticherò mai il giorni in cui, camminando per una strada di Londra, vidi un uomo seduto, che sembrava terribilmente solo. Andai verso di lui, gli presi la mano e la strinsi. Lui allora esclamò: “dopo tanto tempo, sento finalmente il calore di una mano umana”. Il suo viso s’illuminò. Sentiva che c’era qualcuno che teneva a lui. Capii che un’azione così piccola poteva dare tanta gioia.

La Missionaria della Carità deve dare, ma soprattutto deve darsi.

C’è molta sofferenza nel mondo: fisica, materiale, mentale. La sofferenza di alcuni è da imputare all’avidità di altri. La sofferenza materiale e fisica è quella dovuta alla fame, alla mancanza di una casa, alle malattie. Ma la sofferenza più grande è causata dall’essere soli, dal non sentirsi amati, dal non avere nessuno. Con il tempo ho capito che l’essere emarginati è la malattia peggiore di cui un essere umano possa soffrire.

Mio Signore, fa che io possa vederTi oggi ed ogni giorno nei malati e, mentre li accudisco, che io possa avvicinarli a Te. Anche se ti nascondi dietro le sembianze poco invitanti della persona irritata, esigente, scriteriata, fa che io possa comunque riconoscerTi. Com’è dolce servirti.

Credo che nessuno di noi conosca la fame, ma un giorno me la insegnò una bambina. La trovai per strada, mi accorsi che aveva fame e le diedi un pezzo di pane, ma lei ne mangiava una briciola per volta. Io le dissi di mangiarlo serenamente, ma lei mi rispose: “Ho paura, perché quando finirà io avrò di nuovo fame”.

Non accontentiamoci di dare solo del denaro. Il denaro non è sufficiente. Vorrei che ci fossero più persone ad offrire le loro mani per servire ed i loro cuori per amare.

Qualcuno mi ha chiesto: “cosa farai quando non sarai più superiora?”. Io gli ho risposto che sono insuperabile a lavare bagni e latrine. Non è importante ciò che facciamo, ma con quanto amore lo facciamo. Se Dio desidera che pulisca i bagni, che mi prenda cura dei lebbrosi o parli con il presidente degli Stati Uniti, per me fa lo stesso. Io gli appartengo.

embrione-feto-2

Sempre dalla parte dei bambini – nati e non nati – e delle donne, ecco perché NO all’utero in affitto

famiglia-punto-di-ritorno

Essere figli oggi: problemi di antropologia della famiglia