Il 2022 ha segnato un record positivo per il numero complessivo di nuovi permessi di soggiorno rilasciati: 449.118, con un incremento dell’85,9% rispetto all’anno precedente. Il dato è da collegare sia alla guerra in Ucraina, che ha portato all’ingresso di circa 148mila cittadini in fuga dal Paese dell’est europeo (prevalentemente con permessi per protezione temporanea), sia alla regolarizzazione di cittadini già presenti sul territorio a seguito del D.L. 34 del 2020, le cui istanze sono state in buona parte esaminate nel corso del 2022. La comunità bangladese si colloca in terza posizione per numero di nuovi permessi di soggiorno rilasciati nel 2022, oltre 24mila, coprendone una quota pari al 5,5%. Motivi prevalenti di ingresso per i cittadini bangladesi sono stati la richiesta di asilo, asilo, motivi umanitari o altre forme di protezione, che coprono quasi due quinti degli ingressi (39,2%). Il numero di ingressi legati a tali motivazioni è quasi raddoppiato rispetto all’anno precedente (+95,6%). La comunità bangladese è – insieme all’ucraina e alla pakistana – tra le poche collettività a vedere prevalere la richiesta o la detenzione di una forma di protezione quale motivo di ingresso, confermando l’ampio coinvolgimento nel fenomeno dei flussi non programmati che negli ultimi anni ha caratterizzato la popolazione bangladese. Seguono come motivazioni di ingresso il ricongiungimento familiare (35,9%) e il lavoro (18,5%). Colpisce nel confronto con l’anno precedente il marcato incremento dei nuovi titoli legati a motivi di studio che – per quanto decisamente contenuti – hanno conosciuto un aumento del 230,5%.
Nel corso del 2021 solo 59 cittadini bangladesi avevano fatto ingresso in Italia per motivi di studio, mentre nel 2022 sono stati 195.
L’analisi dei titoli per lungo soggiorno conferma come il processo di stabilizzazione della comunità
bangladese sul territorio italiano non sia ancora del tutto maturo: la quota di lungosoggiornanti al
1° gennaio 2023 è, infatti, pari al 51,5%, una percentuale inferiore a quella rilevata sul complesso dei non comunitari di oltre 8 punti e che si è ridotta rispetto all’anno precedente di quasi 5 punti percentuali (in ragione del rilevante numero di nuovi ingressi).
In riferimento alle motivazioni di rilascio dei permessi a scadenza si rileva come il 44,5% dei titoli relativi alla comunità sia legato ai motivi familiari, che rappresentano la principale motivazione di soggiorno in Italia, con un’incidenza superiore a quella registrata sul complesso dei cittadini non comunitari (38,2%). Il lavoro rappresenta la seconda motivazione di soggiorno, riguardando circa un terzo dei titoli soggetti a scadenza, mentre è pari al 21,7% l’incidenza dei permessi legati a richiesta o detenzione di una forma di protezione.
Testo da
Rapporti annuali sulle comunità migranti in Italia, curati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali-Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione con la collaborazione di ANPAL Servizi SPA,