La bufala Natalizia del Sol Invictus

La ripetitività dei messaggi virali del web segue stagioni e le centinaia di giornate mondiali su qualsiasi cosa. Non ne è esente la religione, e con l’avvicinarsi del Natale ritornano bufale già smontate da numerosi articoli e studi. Un grande classico è il meme su Horus che sarebbe similissimo a Gesù, come se Gesù fosse un personaggio inventato, perfino copiato da Horus e la data del Natale scelta in contrapposizione al Sol Invictus…

L’introduzione della festività del Sol Invictus, il Solstizio di inverno, (in nord Europa e in Grecia non era diretta al Sole stesso, ma piuttosto a ciò che esso simboleggiava), era una pratica cultuale che come le altre introdotte dagli imperatori aveva un intento principalmente politico. Caracalla e soprattutto Eliogabalo (imperatore di Roma nel 217-222) avevano precedentemente reintrodotto il culto del sole, Sol Invictus, in una forma molto diversa da quello originale, caratterizzato da danze rituali, sacrifici, riti misterici e forme orgiastiche, ma a Roma fu un fallimento, addirittura Eliogabalo venne rimosso dal potere per l’offesa inflitta alla spiritualità romana.

Tale data non aveva mai avuto alcun significato religioso nel calendario festivo pagano in tempi precedenti ad Aureliano, ed il culto al sole non giocò mai un ruolo importante a Roma prima del suo arrivo infatti vi erano due Templi del sole a Roma. Uno di essi (gestito dalla famiglia in cui Aureliano nacque o venne adottato) celebrava la sua festa di consacrazione il 9 agosto, mentre nell’altro si festeggiava il 28 agosto. Tuttavia, entrambi i culti caddero in disuso nel II secolo, quando i culti solari orientali -come il mitraismo-, iniziarono a guadagnare adepti a Roma, nessuno di questi culti, vecchi o nuovi che fossero, aveva festività legate a solstizi o equinozi.

Aureliano, che governò dall’anno 270 fino al giorno del suo omicidio nel 275 d.C., promosse (com’è ben documentato) l’istituzione della festa del Sol Invictus il 25 dicembre 274 come tentativo di unificare i vari culti pagani dell’Impero Romano attorno ad una commemorazione della “rinascita” annuale del sole come simbolo di rinascita dell’Impero.

Ma veniamo a Gesù. L’anno della nascita probabilmente fu 2-3 anni prima dell’anno zero preso a riferimento sotto l’imperatore Augusto. La realtà storica di Gesù è comunque certa e solo chi è in malafede o non ha studiato le carte può negarne la storicità. Attorno al 30 d.C. viene ucciso e dunque risorge, dando il via alla religione cristiana, diffondendosi anche nell’impero che era in una fase religiosa decadente. Il Cristianesimo trovo’ ben poca resistenza a livello spirituale (diverso fu il livello politico da cui le persecuzioni).

In Occidente e dunque a Roma la data del 25 dicembre venne scelta forse sulla base dell’antica data solstiziale, ma non, come dicono i detrattori, per cercare di cancellare una festa pagana, ma per coglierne il significato spirituale primigenio. Il Sole diventa dunque la Luce di Cristo, il quale si è definito Luce del mondo egli stesso, così come la simbologia solare è presente nella letteratura profetica (per questo rimandiamo al link appena segnalato).

Il Natale non è il plagio del Sol Invictus, che è a sua volta il plagio della festa del Sole.
Il cristianesimo aveva già raggiunto una diffusione significativa in tutto l’Impero, compresa Roma, tanto che nel 313 Costantino lo eleva agli onori massimi, circa 40 anni dopo l’era del Sol Invictus. Non vi era alcun vantaggio o motivo per posizionare il Natale il 25 dicembre al fine di coprire la preesistente festività solare, poiché quest’ultima era pressoché in disuso nella sua forma tradizionale e primordiale.

Affermare che il Natale nacque per eliminare il Sol Invictus è privo di senso. Fu piuttosto Aureliano che cercò di cancellare il Natale, compiendo un atto di falsificazione nel tentativo di contrastare l’avanzata del cristianesimo, sfruttando il diffuso culto solare in tutto l’Oriente. Tuttavia, questo tentativo fallì in quanto artificioso e privo di sostanza.

Per la missione dei laici nel mondo (Giovanni Paolo II)

A Natale (Giovanni Paolo II)