Perchè la preghiera cristiana è la piu’ completa

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Foto di Luminas Art da Pixabay

Con la scristianizzazione in atto e tanta ignoranza in materia di fede, a causa della pigrizia di noi cristiani, molte persone si rivolgono a discipline e spiritualità ispirate all’oriente. Molte persone sono attratte da insegnamenti e tentativi di preghiera proposti da coach, guru improvvisati, insegnanti quasi buddisti, maestri certificati di metodi spirituali o energetici che arrivano teoricamente dall’oriente, ma che quasi sempre hanno origine e brevetto (sigh..) negli USA.

L’attrazione è dovuta a un vuoto. Si cerca ciò che non si è trovato altrove. Quello che nel cristianesimo è molto più profondo. Ne è un esempio palese la preghiera. L’uomo e la donna per istinto pregano quando hanno bisogno e quando soffrono. Non c’è nulla di male. Dio non è venuto per i sani ma per i malati, nel corpo ma anche nel cuore, nella psiche. Ma quando non sai a Chi pregare o come pregare, ti aggrappi a ciò che trovi, su internet, tra gli amici, sui social, prendi un libro nella bancarella che parla di energie, di guarigione cosmica, di Gaia, di tradizioni perse ora riscoperte da qualche movimento o maestro illuminato.

Ma la preghiera proposta è sempre una brutta copia della preghiera cristiana. È già qualcosa, è una ricerca sincera spesso, ma oscurata dal nostro ego. Non si cerca il Dio delle consolazioni, ma le consolazioni di Dio. Non si cerca di capire cosa Dio vuole dalla nostra vita, cosa ci sta indicando Dio, ma cerchiamo noi di indirizzare Dio e l’intero universo al nostro volere.

Così si prega il mondo, la Terra, l’Energia, l’Essere, il Tutto, la Natura, il nostro Io di liberarci da un po’ di male, da un po’ di sofferenza. Ma è una preghiera che alla lunga prosciuga e si prosciuga da sola. Anni fa trovai una preghiera non cattolica che era una versione buddista/femminista/panteista del Padre Nostro. La si citava come insegnata da Gesù stesso (senza fonti chiare) chiamato Jeshua quasi a renderlo come un qualsiasi maestro, infarcendo la preghiera dei soliti elementi Terra, Luce, Sole, che possono essere cristiani ma anche letti in maniera diversa se non si conosce il cristianesimo.
Una preghiera con qualcosa di innocuo e anche un tentativo di imitazione con inserimento di concetti estranei al cristianesimo.
La terra con la maiuscola. Chiaro riferimento a Gaia, Madre Terra che inizialmente era un tentativo ambientalista sessantottino di dare dignità alla natura pur di rispettarla e ridurre l’inquinamento chiamando il mondo come una entità vivente.
La Luce confusa con la Grazia divina.
Per i cattolici quando è che possiamo essere pieni di Grazia? quando siamo senza peccato, dopo la Confessione torniamo in Grazia.
Il Soffio che per i cattolici potrebbe essere il Soffio dello Spirito Santo ma non è detto che nel newage venga da Dio, magari “è già in noi e dobbiamo solo riscoprirlo/risvegliarlo/rivelarlo”.

Questo è un classico delle proposte spirituali New Age, usare termini ambigui, vaghi, che richiamano qualcosa che si è sentito al catechismo 30 anni prima ma di cui mai si è approfondito il senso. Ed è normale, non sempre si può studiare o capire tutto. Ma ad esempio, tornando all’esempio fatto, il sole per noi non è sacro o fonte di energia vitale. Il sole può essere un simbolo per descrivere che Dio scalda la nostra vita, che Dio scalda i cuori, Dio è luce non perché la luce abbia qualcosa di magico, ma perché Dio ci aiuta a comprendere il cammino da fare, perché ci dà speranza nel buio delle difficoltà, ecc.

Ma la grande diversità col New Age è che per i cattolici e i cristiani in generale (ortodossi, pentecostali, evangelici, protestanti, anglicani) Dio si è fatto uomo. Dio ha orecchie per ascoltare, voce perfino per parlarci. Dio ha sofferto come noi ed ha vinto la morte. Non è un’energia generica. Non è nelle cose, ma è il creatore di ogni cosa. Dio non è nemmeno un guaritore su richiesta. Non basta pregare tanto per guarire. Non basta pregare tanto o fare dei riti per avere forza e salute. Il cristianesimo è fedeltà anche nel dolore.

È fede e speranza anche nella povertà o nella malattia. Certamente è anche uno sprone a superare le difficoltà, a plasmare il mondo per cambiarlo. Ma la meraviglia del cristianesimo è che non siamo mai soli, ma allo stesso tempo tutto è nelle nostre mani. Dio non ci abbandona, ma ci lascia totalmente liberi. Non siamo schiavi o burattini nelle mani di Dio. Ecco perché la preghiera cristiana è abbandono in Dio. Dio, se puoi, fa “…..” Dio, se puoi, dammi “…….” Ma sia fatta la tua volontà e non la mia. Perché c’è il Paradiso dopo questa vita (e non infinite reincarnazioni da cui dobbiamo fuggire e sperare di non diventare una mosca che vivrà sulle feci).
Paolo Botti

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Diario di Elisabetta Canori Mora (testo completo)

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