La Cina raccoglie i nostri dati genetici?

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BGI, gigante cinese della genetica, vende test prenatali in almeno 52 paesi, tra cui Germania, Spagna, Italia e Canada, ma non negli Stati Uniti. Questi test, sviluppati in collaborazione con l’esercito cinese, raccolgono informazioni genetiche da milioni di donne e le archiviano nel database nazionale, uno dei più grandi al mondo. I dati vengono analizzati con intelligenza artificiale dando alla Cina un probabile vantaggio economico e militare, con il rischio futuro di dominare la farmaceutica globale.

Il test NIFTY, commercializzato da BGI, rileva anomalie genetiche nel feto ma raccoglie anche dati sulla madre, come altezza, peso e nazionalità. È un test non invasivo che analizza il DNA fetale presente nel sangue materno per individuare anomalie cromosomiche, come la sindrome di Down. Viene promosso come un’alternativa sicura ai test invasivi tradizionali.

Più di 8 milioni di donne hanno già utilizzato questi test, e la Reuters ha rivelato che i campioni vengono caricati in tempo reale sulla China National GeneBank. Gli Stati Uniti hanno inserito due sussidiarie di BGI nella lista nera per i suoi legami con il governo cinese, mentre il colosso mantiene collaborazioni con università e laboratori europei, specialmente in Danimarca e Inghilterra.

Oltre ai test prenatali, BGI ha acquisito visibilità globale durante la pandemia di COVID-19 vendendo milioni di tamponi e costruendo laboratori di sequenziamento genetico in diversi paesi. Ha fornito 35 milioni di kit di test a 180 nazioni e realizzato 58 laboratori in 18 paesi, aumentando così il suo accesso a dati genetici su scala mondiale. Questa raccolta di informazioni solleva timori su come la Cina possa sfruttare il patrimonio genetico di altre popolazioni per scopi strategici.

Un’inchiesta di Reuters ha rivelato che BGI ha sviluppato questi test in collaborazione con l’Esercito Popolare di Liberazione cinese, utilizzandoli per raccogliere dati genetici da milioni di donne. I dati raccolti vengono archiviati nel China National GeneBank, finanziato dal governo cinese. Secondo esperti di sicurezza, la legge cinese impone alle aziende di collaborare con le autorità statali in materia di dati sensibili.

Le reazioni internazionali sono state immediate. Gli Stati Uniti hanno aggiunto unità di BGI alla lista nera commerciale nel marzo 2023, citando preoccupazioni per la sicurezza nazionale. Nel Regno Unito, il regolatore dei dati ha resistito alle richieste di indagare sui test prenatali di BGI, nonostante le preoccupazioni sollevate dai legislatori sulla gestione dei dati genomici dei consumatori.

E l’Europa e in particolare l’Italia cosa stanno facendo su questa tematica?

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