La comunità ha saputo trovare una propria specifica collocazione nel mercato del lavoro italiano attraverso la specializzazione nel lavoro manuale. Il profilo prevalente – benché non esclusivo – tra gli occupati albanesi è quello del lavoratore manuale specializzato (tipologia in cui ricade il 49,4% degli occupati albanesi), impiegato nell’edilizia (settore in cui è occupato il 29,1% dei lavoratori albanesi). Oltre due quinti (42,8%) degli occupati non comunitari nelle Costruzioni è di cittadinanza albanese. Tra i settori segue l’Industria in senso stretto, con un’incidenza pari a 16,6%, subito seguita da Trasporti e servizi alle imprese, che raggiungono un’incidenza rilevante e superiore a quella registrata per il complesso dei non comunitari (16,4% a fronte di 13,8%).
La comunità albanese in Italia fa rilevare performance occupazionali leggermente migliori della popolazione non comunitaria nel complesso: il tasso di occupazione nel 2022 è pari al 59,7% (a fronte del 59,2%), il tasso di disoccupazione si attesta sul 10,4% (per il totale dei non comunitari è pari a 12%), mentre la quota di inattivi di età compresa tra i 15 e i 64 anni – unico indicatore meno positivo – è pari al 33,5%, contro il 32,7%.
All’interno della comunità persiste un forte divario tra il tasso di occupazione maschile (77,3%) e quello femminile (40%). Gli andamenti tendenziali, tra 2021 e 2022, hanno tuttavia contribuito a ridurre tali disparità; l’indicatore per la componente maschile della popolazione è cresciuto di 4,2 punti percentuali rispetto all’anno precedente, mentre quello femminile è aumentato quasi del 6%. Inoltre, per le donne la variazione sul fronte della disoccupazione risulta decisamente più rilevante, con un calo della quota di persone in cerca di occupazione del 10,5% a fronte del -3,3% registrato per gli uomini.
Decisamente rilevante la presenza albanese nel lavoro autonomo: gli oltre 37mila artigiani appartenenti alla comunità – numero in crescita del 3,5% rispetto al 2021 – rappresentano il 26,3% degli artigiani non comunitari nel nostro Paese. Schiacciante la prevalenza maschile in questo ambito, dove gli uomini coprono una percentuale pari al 90,5%.
La comunità albanese si posiziona da anni al terzo posto per il numero di titolari di imprese individuali. Al 31 dicembre 2022, risultano 38.007 titolari di imprese individuali nati in Albania, pari al 9,7% degli imprenditori non comunitari in Italia, un numero in aumento del 4,7% rispetto all’anno precedente. Anche nel settore imprenditoriale, la comunità albanese continua a canalizzarsi verso l’edilizia. Circa il 67% delle imprese individuali albanesi operano in questo settore, rappresentando il 28,3% dei titolari di imprese individuali non comunitari in tale ambito.
I dati relativi alla fruizione di alcune misure assistenziali e, in particolare, delle integrazioni salariali,
evidenziano importanti segnali di integrazione nel tessuto socio-lavorativo italiano della comunità albanese: ben il 26,7% dei percettori di integrazioni salariali non comunitari è albanese, percentuale che sale al 27,8% nel caso della Cassa Integrazione Ordinaria. Risulta invece piuttosto ridotta la percentuale di albanesi tra i beneficiari non comunitari di pensioni di vecchiaia (5,9%), mentre la comunità risulta particolarmente rappresentata tra i fruitori di pensioni assistenziali: quasi un quarto dei beneficiari extra UE è di cittadinanza albanese. La percentuale raggiunge il 18,9% nel caso di Indennità di accompagnamento e simili, il 16,4% nel caso dell’Invalidità civile e il 33,2% per Pensioni e assegni sociali.
Anche l’elevata incidenza di cittadini albanesi tra i fruitori di misure di assistenza alla famiglia evidenzia il buon livello di integrazione della comunità nel tessuto economico-sociale italiano, indicando appunto la presenza di nuclei familiari. Nel caso dell’indennità per maternità quasi un quarto dei fruitori non comunitari è di cittadinanza albanese. Per quanto riguarda la collettività albanese sono infine 9.216 i nuclei che beneficiano del RdC o della PdC, ovvero il 5,2% dei percettori non UE.
Testo da
Rapporti annuali sulle comunità migranti in Italia, curati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali-Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione con la collaborazione di ANPAL Servizi SPA,