Legislazioni nazionali sulla tratta: Germania

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La legislazione tedesca deve essere analizzata alla luce del fatto che la Germania è un paese di destinazione per la tratta di esseri umani .
Nel 2016 il governo federale ha modificato la struttura e la terminologia degli illeciti penali che riguardano questo fenomeno, in occasione dell’implementazione della direttiva europea 2011/36/UE . Lo sfruttamento del lavoro è stato reintrodotto nel paragrafo § 233 dello StGB : sono colpevoli di questo reato i dirigenti d’azienda o i privati che impiegano persone in condizioni che si possono definire di sfruttamento. Se le vittime hanno dai 21 anni in su, è necessario dimostrare che chi le ha assunte abbia abusato della loro situazione personale o economica oppure, nel caso degli stranieri, della loro mancanza di mezzi. La condanna per sfruttamento è più pesante se le vittime sono state private della loro libertà individuale, in base al § 232a. L’illecito penale di lavoro coatto è definito nel paragrafo § 232b dello StGB, in base al quale è necessario dimostrare che le decisioni di una persona siano state influenzate dalla finalità dello sfruttamento . Inoltre, secondo il paragrafo § 10a della SchwarzArbG , i dirigenti d’azienda vanno incontro a una responsabilità penale se sfruttano vittime della tratta di esseri umani che non possiedono il permesso di soggiorno. Il reato di tratta di persone richiede diversi elementi per configurarsi: un’azione, come il reclutamento o l’alloggio; un mezzo, come l’uso della forza o l’inganno, e il fine dello sfruttamento (§ 232 StGB). Le forme previste per quest’ultimo sono lo sfruttamento sessuale e lavorativo, l’accattonaggio, le attività criminali e l’espianto di organi. Poiché si tratta di condotte illecite molto difficili da dimostrare, le autorità investigative spesso ripiegano su altri reati, come la mancata retribuzione e l’uso indebito dei salari in base al § 266a dello StGB. Le pene contemplate per queste infrazioni sono la reclusione, l’imposizione di multe o la confisca dei beni, ai sensi dei paragrafi §§ 73-76b.
La responsabilità penale non ricade sull’azienda, ma solo sui dirigenti o coloro che hanno violato la legge, e non copre i reati commessi nella catena della domanda e dell’offerta, salvo nel caso in cui i suddetti dirigenti vi abbiano partecipato (§ 25 StGB), contribuito (§ 27 StGB) o li abbiano istigati (§ 26 StGB). Per quanto riguarda gli illeciti amministrativi, possono essere sanzionate sia le aziende che gli individui. Un dirigente può essere multato se un reato legato alla sua attività è stato commesso a causa di una sua condotta illecita, ad esempio perché non ha garantito la sorveglianza necessaria (§ 130 dell’OWiG) . Il dovere della sorveglianza non spetta ai fornitori, ma solo alle eventuali filiali soggette all’attività di direzione . Un’azienda può essere sanzionata per le violazioni commesse da un suo dirigente (§ 30 OWiG). Anche l’inosservanza delle leggi sul lavoro porta all’adozione di provvedimenti amministrativi, quali multe – spesso soggette a un tetto massimo – confisca dei beni dell’azienda (§§ 29, 29a OWiG) o requisizione dei profitti in eccesso (§ 17 IV OWiG) come i risparmi dovuti al mancato pagamento dei salari. Una particolarità del diritto amministrativo è che, nel settore edile, la responsabilità generale di un appaltatore persiste anche se quest’ultimo ha incaricato dei subappaltatori.
Le vittime di sfruttamento hanno il diritto di esigere il pagamento del salario minimo, sporgendo un reclamo contro il subappaltatore o l’appaltatore principale . Inoltre, possono chiedere il risarcimento dei danni per abusi fisici o mentali o per la privazione della libertà (§ 823 del Codice civile BGB). Questi diritti si possono rivendicare solo presso il datore di lavoro diretto, ma nella maggior parte dei casi arrivare all’appaltatore
principale non è possibile . A parte questo, le vittime possono denunciare casi di tratta di esseri umani e sfruttamento lavorativo e, se i sospetti sono fondati, il procuratore darà avvio alle indagini.

Fonte: Rapporto CILD (Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili) 2019 sulla Tratta

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