Tratta ai fini di accattonaggio

Minori e adulti disabili. In particolare rom, rumeni, marocchini, ma anche nigeriani, pakistani, cinesi. La rotta maggiormente praticata è quella dell’Est Europa, seguita da quella dell’area Schengen. Impiegati nell’accattonaggio, soprattutto nelle grandi città, sono sia donne che uomini (in forte aumento), giovani e anziani. Questi ultimi
portati dal proprio Paese perché in quei luoghi senza altre possibilità di sopravvivere e perché inducono, più dei giovani, le persone a elargire l’elemosina. Vanno (o sono portati) davanti alle chiese, agli incroci, davanti ai supermercati e ai centri commerciali. Sono spesso molto sporchi o sono fatti appositamente sporcare. I minori spesso vivono in posti fatiscenti con pseudo zii. Non vanno a scuola. Alcuni di loro, per avere un pasto caldo e un letto dove dormire, specie nei mesi invernali, finiscono dall’accattonaggio alla prostituzione, raggirati da pedofili che approfittano della loro situazione di fragilità. Le motivazioni alla partenza non sono dissimili da altre forme di
tratta: povertà, guerre, mancanza di tutele sociali e il desiderio di migliorare la propria vita e quella dei propri famigliari rimasti in
patria. Anche in questo tipo di sfruttamento non mancano minacce, violenze e il ricorso all’abuso di alcool. Non sono rari i casi di disagio psichico.
Per gli adulti disabili la storia è difficile da delineare: a volte reduci da incidenti domestici o sul lavoro, altre volte l’origine dell’handicap
rimane incerto. Al termine della giornata devono consegnare una certa somma, pena essere picchiati pesantemente. Non di rado,
nelle grosse città in cui “lavorano” (Bari, Milano, Roma, Torino) vivono in furgoni, spesso assieme a chi li sfrutta e che ha legami con i
parenti in patria. In cambio dell’elemosina offrono servizi di diverso tipo: lavaggio dei vetri delle auto, fiori, spettacoli di giocoleria, accendini e fazzoletti. L’attività di accattonaggio viene anche abbinata, soprattutto per i più giovani, al borseggio, ai furti e alla prostituzione.
Una prima distinzione che pare necessario operare, secondo le osservazioni emerse da una prima lettura di un fenomeno ancora molto da indagare, è tra accattonaggio volontario e forzato.

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