Bisogna sicuramente fare una distinzione fra l’amicizia e l’amore. E’ chiaro che puo’ esserci amicizia tra due ragazzi o tra due ragazze. Avere amici veri e’ uno dei beni più preziosi.
- Si parla di omosessualita’ quando esiste un sentimento d’amore tra due persone dello stesso sesso. Non ci proponiamo qui di analizzare per quale motivo e in che modo questo possa accadere, ma vogliamo evidenziare alcuni aspetti.
- Viviamo in un mondo che cancella la diversità. Alcuni sostengono che l’unione di due persone dello stesso sesso sia positiva e che l’omosessualità possa essere un ‘alternativa all’eterosessualità (relazioni tra un uomo e una donna). Non è vero. La verità è che Dio ha creato l’uomo e la donna diversi, perché possano donarsi l’uno all’altro attraverso questa diversità (compresa la diversità del loro sesso) e perché da questa unione possa sgorgare la vita. In qualunque situazione ci si trovi, è importante riconoscere la verità, farla propria o desiderarla con rettitudine di cuore.
- AI di là dei gruppi di pressione omosessuali, che cercano con tutti i mezzi di ottenere il riconoscimento di una cultura e di un modo di vivere omosessuali, l’omosessualità è in genere una situazione che non è stata scelta, ma che viene subita e vissuta dolorosamente. La vergogna e l’umiliazione così si uniscono all’inquietudine (sono anormale? che futuro ho davanti a me?…). Ci si sente colpevoli, diversi, ci si chiude in una solitudine che separa dagli altri e dalla vita. L’inquietudine si accompagna a una sensazione frequente di insicurezza. «Non c’è nessuna cura, il futuro è compromesso per sempre, non c’è nessuna speranza», si pensa.
Attenzione a non confondere situazioni diverse: un’omosessualità attiva e abituale non ha nulla a che vedere con una tendenza passeggera nel periodo adolescenziale (fenomeno non raro), legata all’immaturità affettiva, alla mancanza di un modello adulto significativo e all’egocentrismo tipico di quest’età. In genere, il fenomeno si risolve da sè, pur lasciando delle ferite nella memoria. - In alcune persone può esserci una tendenza omosessuale fortemente radicata (cioè un’attrazione predominante o esclusiva verso qualcuno dello stesso sesso), che sembra risalire a un’epoca imprecisata e avere radici molto profonde. Quest’attrazione può rimanere allo stato di tendenza, anche forte, ma senza conseguenze. E’ il passaggio a un’omosessualità attiva che costituisce una svolta molto rilevante, perché fin dalla prima volta si entra in un ingranaggio in cui si mischiano, nello stesso tempo, senso di colpa e compiacimento dovuto al piacere.
- Non siamo responsabili dei nostri sentimenti e delle nostre pulsioni, siamo responsabili delle nostre azioni. Non siamo colpevoli delle nostre tendenze cattive; solo l’azione cattiva può comportare una vera e propria colpevolezza. Quando l’azione è negativa in sé, bisogna riconoscerlo, ma questo non vuol dire che la persona sia cattiva. Chi vorrà essere l’accusatore dei suoi fratelli?
- C’è speranza perché c’è libertà. Si porta il peso di una difficoltà seria, certo, ma la persona non va identificata con questa difficoltà. Il mio essere profondo non può essere ridotto a un impulso, nemmeno a un comportamento. «lo non sono» la tendenza che abita in me.
- In ogni uomo la capacità di amare, di donarsi è molto più profonda di tutte le inclinazioni e i blocchi psicologici: anche quando mi dispero nella mia emarginazione o mi sforzo di banalizzare la situazione, di renderla normale, Dio continua a chiamarmi per farmi andare oltre. Mi invita a rialzarmi e a trovare una via d’uscita dal mio problema.
- Ma spesso è difficile rispondergli a causa dei fantasmi dell’immaginazione che si sostituiscono alla realtà, a causa del disprezzo che nutro nei miei confronti, della pressione esercitata da un certo ambiente. Allora sottovaluto la capacità di resistenza della mia volontà, sono già vinto in partenza. Ma Dio non si lascia vincere da nulla, nemmeno dalle mie resistenze.
«Gli omosessuali possono avere un grande destino nel progetto di Dio, ma occore avere il coraggio di amarli tanto da far loro sentire il palpito della tenerezza di Dio, fino a far sprigionare in loro la donazione completa a Dio» p. Andrea Gasparino |
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