La Polonia nel 2023 rimase indignata per l’attacco a San Giovanni Paolo II, tramite il libro Maxima culpa dal giornalista olandese Ekke Overbeek.
Secondo la tesi avanzata, Giovanni Paolo II sarebbe stato a conoscenza della piaga degli abusi sui minori e non avrebbe fatto nulla per arginarla, ben prima di essere eletto Papa nell’autunno del 1978, quando era arcivescovo di Cracovia.
Tomasz Krzyzak e Piotr Litka, due giornalisti, hanno ricostruito le accuse mosse a Wojtyla e si sono concentrati sui tre casi “incriminati” su cui l’allora arcivescovo avrebbe scelto la strada dell’omertà.
1) Nel primo caso un sacerdote è stato rimosso dalla parrocchia, sospeso dal servizio sacerdotale e confinato in un monastero. Lì è stato pure arrestato e, una volta tornato in libertà, è stato tenuto ben lontano dalla catechesi e dal confessionale.
2) Nel secondo caso , l’accusato non era incardinato nella diocesi di Cracovia, bensì in quella di Lubaczów (oggi Zamosc-Lubaczów). Wojtyla si è quindi limitato – come le norme prevedevano – a metterlo nelle mani del suo vescovo.
3) Il terzo caso, riguarderebbe un presbitero inviato in Austria, con tanto di lettere di accompagnamento spedite all’allora arcivescovo di Vienna, il cardinale Franz König. L’unica fonte del caso sono pero’ le cartelle della polizia segreta comunista, che per anni ha cercato di isolare e limitare lo spazio d’azione del futuro Papa.
La Conferenza episcopale polacca ha ricordato che due accuse sono già state confutate ampiamente mentre la terza si basa su materiale della polizia segreta per cui inaffidabile.
Va ricordato che Giovanni Paolo II,nel 1983 introdusse un nuovo codice canonico che obbligava espressamente a punire i membri del clero colpevoli di abusi sessuali.
Inoltre è importante sapere come operava con i preti, la polizia segreta sotto il comunismo:
appena vi era possibile inviavano dai preti agenti per corrompere economicamente o creare materiale compromettente.
Se il prete cedeva, diventava ricattabile e manipolabile.
Quelli che non cedevano entravano in una sorta di lista di preti da controllare maggiormente e pressare con minacce, vessazioni, burocrazie, se non fermi di polizia, false accuse, problemi creati ad arte per rallentarne l’opera e screditarli pubblicamente.
Ecco perchè le accuse provenienti da documenti dei servizi segreti comunisti in questi casi sono sempre sono ritenuti falsi dagli storici.