Difendere la vita come Maria a Guadalupe

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Image by Marcaroni from Pixabay

La Vergine di Guadalupe, conosciuta anche come Nostra Signora di Guadalupe, è una figura venerata nel cattolicesimo ed è considerata una delle più importanti icone religiose del Messico e dell’America Latina.
L’apparizione della Madonna è avvenuta nel 1531 a Juan Diego, un indigeno messicano, sul colle di Tepeyac, vicino alla Città del Messico. In Messico il 12 dicembre è festa di precetto e ricorda proprio l’ultima apparizione.

Secondo la tradizione, la Vergine apparve a Juan Diego in diverse occasioni. Durante l’ultima apparizione, la Vergine chiese a Juan Diego di raccogliere fiori nel suo mantello e di presentarli al vescovo come prova della sua presenza. Quando Juan Diego aprì il suo mantello di fronte al vescovo, i fiori caddero a terra e sul suo mantello si manifestò un’impronta miracolosa dell’immagine della Vergine, rappresentata come una giovane donna di origine messicana, la Virgen morenita, con il viso dolce e gli occhi rivolti verso il basso. Indossa una tunica rosa adornata con stelle e un manto azzurro scuro con stelle dorate. La sua immagine è spesso associata a un alone di luce e si dice che contenga molti simboli e messaggi simbolici.

La devozione verso la Vergine di Guadalupe è molto diffusa in Messico e in molti paesi dell’America Latina. La sua immagine è considerata un simbolo di unità, speranza e identità per il popolo messicano. Ogni anno, milioni di pellegrini visitano la Basilica di Nostra Signora di Guadalupe a Città del Messico, dove l’immagine originale della Vergine è esposta e venerata.

Da sempre viene vista anche come una Vergine incinta ed associata alla difesa della vita, specie quella nel grembo materno.
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“Solo Dio è il Signore della vita dal suo inizio alla sua fine: nessuno, in nessuna circostanza, può rivendicare a se il diritto di distruggere direttamente un essere umano innocente” (Congregazione per la Dottrina della Fede, Donum Vitae, 22 febbraio 1987).

“L’aborto procurato e l’uccisione deliberata e diretta, comunque venga attuata, di un essere umano nella fase iniziale della sua esistenza, compresa tra il concepimento e la nascita” (Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, III, 58).

“Il Codice di Diritto Canonico del 1917 comminava per 1’aborto la pena della scomunica. Anche la rinnovata legislazione canonica si pone in questa linea quando sancisce che “chi procura l’aborto ottenendo l’effetto incorre nella scomunica latae sententiae”, cioè automatica. La scomunica colpisce tutti coloro che commettono questo delitto conoscendo la pena, inclusi anche quei complici senza la cui opera esso non sarebbe stato realizzato” (Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, III, 62).

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