I seguenti dati arrivano dalla mappatura in strada compita da numerose associazioni in tutta Italia nella stessa giornata (diurna e notturna).
Si tratta di dati relativi indicativi del fenomeno, che ovviamente ha numeri reali ben piu’ alti.
Quel che conta è l’andamento.
Ad esempio per Torino noi conosciamo almeno il doppio delle persone incontrate in un singolo giorno e sappiamo che vi sono zone in cui le associazioni sono davvero poche e non si riescono ad avere dati attendibili. Il mondo della prostituzione si compone poi di persone che stanno nei locali (discoteche, night, villaggi turistici, bar, centri massaggi) e di quelle negli appartamenti che usano annunci e il web.
In strada sono piu’ facilmente avvicinabili e la raccolta dati è relativamente piu’ immediata e semplice.
Complessivamente, sono state osservate 1.440 persone che si prostituivano sulle strade italiane in orario notturno (ovvero a partire dalle 19). Questo numero sembra essersi stabilizzato dopo un trend in calo iniziato nel 2018. Come si rileva chiaramente dalla Figura 2, a partire dal 2017, le presenze in strada durante le ore notturne hanno evidenziato una costante e marcata diminuzione, sicuramente accelerata dal COVID, ad ogni osservazione. Si ricorda che le presenze osservate non costituiscono il numero delle persone che si prostituivano in strada sul territorio italiano, bensì il numero delle persone che si prostituivano in strada presenti in una determinata sera.
In base alle evidenze raccolte e ad alcune osservazioni, è possibile stimare che il totale delle persone che si prostituiscono in strada in Italia si aggira intorno a un range di 5.760 e 7.200 presenze. Le osservazioni hanno inoltre evidenziato che solo lo 0,9% (13) delle persone apparivano, a giudizio degli operatori delle Unità di Strada e di Contatto, essere di minore età. Questo dato sembra essere in diminuzione nel tempo, dal momento che era al 4,3% nel maggio 2017, anche se si basa sulle “impressioni” dei professionisti.
Per quanto concerne il genere delle persone presenti in strada in orario notturno, il 70,8% (1.020)
è costituito da donne, il 28,1% (405) dalle transessuali (tutte MtF), mentre gli uomini rappresentano l’1,1% (15). I numeri (Figura 5) osservati nel tempo permettono di affermare che la tendenza è quella di un calo in termini percentuali della presenza delle donne in strada (erano l’81,9% nel maggio 2017, quando fu fatta la prima rilevazione nazionale) e un incremento, sempre in valori percentuali, delle transessuali (erano 17,1% nel 2017). Per quanto riguarda gli uomini, storicamente con poche presenze in strada (appena sopra l’1%), sembrano essere pressocché scomparsi dalle strade.
Vi è infine una piccolissima quota di travestiti (crossdresser), stimata tra 8-12 persone (meno
dell’1%), che per ora è inclusa, impropriamente, nella componente transessuale o maschile.
Le Unità di Contatto riportano che sulla strada restano le persone tendenzialmente più vulnerabili
e fragili, che non riescono a trovare alternative alla prostituzione: donne non più giovani, con meno
strumenti, appartenenti a gruppi rom o persone transessuali adulte (spesso sopra i 50 anni).
Il tema della grande vulnerabilità delle persone che restano in strada apre degli importanti
interrogativi sulle azioni da mettere in campo al fine di fornire strumenti ed occasioni di
emancipazione.
Da un punto di vista delle nazionalità delle donne presenti in strada, si confermano come i due
gruppi maggiormente significativi quello “africano” e quello “europeo”. Come si evince dalla figura 6,
nel tempo si è registrato l’aumento in termini percentuali delle donne provenienti soprattutto dall’Est-
Europa, a vantaggio delle donne africane (quasi esclusivamente provenienti dalla Nigeria). Oggi le donne africane, costituiscono oramai meno del 20% delle presenze, mentre le donne europee (per
oltre il 55% provenienti dalla Romania, quasi il 30% dall’Albania e il 5% dalla Bulgaria) costituiscono il 70% delle presenze in strada.
È da segnalare un leggero e costante incremento delle donne provenienti dall’area centro e sud
americana (prevalentemente e in ordine decrescente da: Colombia, Repubblica Domenicana, Brasile e Perù), le quali rappresentano oggi il 6,4% delle presenze in strada e il cui numero, in un contesto di
calo generale di presenze, seppur leggermente, aumenta in termini assoluti (65 vs 50). Si segnala
inoltre un ritorno in strada delle donne asiatiche (quasi esclusivamente cinesi), sparite completamente durante l’emergenza COVID.
Per quanto riguarda gli altri gruppi femminili, sono state osservate altre 30 diverse nazionalità.
Oltre a quelle già citate è bene segnalare la presenza stabile, nel corso degli ultimi anni, di un gruppo
di donne (ca 20 persone) provenienti dal Marocco. Infine, in relazione all’emergenza Ucraina, si
segnala che non sono state rilevate in strada presenze numericamente diverse da quelle del passato.
Le Unità di Strada e di Contatto hanno incontrato 20 donne ucraine (erano 14 nella scorsa osservazione e poco più di 30 nel 2020-21) in luoghi ove era già presente una prostituzione di questo target.
Si segnala anche un leggero incremento, seppur in numeri assoluti contenuti, delle donne provenienti
dalla Moldavia e dalla Russia, la cui presenza potrebbe essere legata alla crisi ucraina.
Per quanto riguarda le persone transessuali, sono state registrate 12 diverse nazionalità, in particolare le persone provenienti dal Brasile costituiscono quasi il 50% delle presenze totali, seguite da quelle provenienti dal Perù (circa il 25%), dalla Colombia, dall’Argentina e dall’Italia (poco meno del 25% complessivamente). I pochissimi maschi incontrati (15) sono di 9 nazionalità diverse, nell’ordine: italiani, brasiliani, bulgari, rumeni, nigeriani e marocchini. Come già evidenziato nelle altre osservazioni, la prostituzione di strada maschile è oramai pressocché assente da alcuni anni, confinata sicuramente nel “mondo digitale” o in luoghi non raggiunti dalle Unità di Strada.
Durante la decima mappatura diurna sono state osservate 1.043 presenze in strada. Le presenze
diurne risultano essere stabili negli ultimi anni, come evidenziato di seguito dalla Figura 7. Durante gli orari diurni – dal mattino alle ore 19.00 – si osservano in strada, in netta maggioranza, le donne (91,4%, 953), mentre le transessuali sono l’8,5%(89). Solo una la presenza maschile.
Tra le donne il 60,4% sono europee (con nazionalità prevalenti del tutto simili a quelle notturne,
ovvero Romania, Albania e Bulgaria), il 23,2% sono africane (in prevalenze nigeriane), il 10,8%
sono sudamericane. Le sud e centro americane costituiscono, oltre alla distribuzione di genere, la
grande differenza con la popolazione della prostituzione notturna. Infine, il 2,4% sono asiatiche.
Stabili intorno al 2-3% le donne italiane.
Alcune osservazioni, dati e analisi effettuate dalle Unità di Strada e di Contatto evidenziano un
aumento, in alcune aree, del numero degli annunci sui siti di incontro, così come vengono riportate
testimonianze da parte di persone che lavoravano in strada che oggi sono in appartamenti o su piattaforme digitali. In questi ultimi anni gli operatori del contatto e della prossimità hanno investito
molto nella formazione e nelle azioni di contatto nelle prostituzione indoor e nel mondo del digitale.
È evidente che mappare con esattezza il mondo della prostituzione indoor è impossibile, motivo per
cui non è possibile affermare oggi che vi sia stato un effettivo passaggio dalla prostituzione di strada
verso la prostituzione al chiuso.
dal report Numero Verde Nazionale in aiuto alle vittime di tratta, Rete Italiana delle Unità di Strada e di Contatto, dicembre 2022