Ecco come la StepChild Adoption favorisce l’utero in affitto

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L’utero in affitto viene utilizzato anche da coppie eterosessuali.
E da chiunque venga compiuta è inaccettabile.
Questo articolo esamina la stepchild adoption che periodicamente viene riesumata e riproposta mostrando casi limite per impietosire l’opinione pubblica nascondendo i danni che provocherebbe.

Esistono tre situazioni possibili in cui con una coppia omosessuale vivano dei minori:

1) Alcuni omosessuali hanno figli da relazioni eterosessuali precedenti.
I loro figli hanno quindi una mamma o un padre in vita.
In questo caso la stepchild adoption non ha senso perché esiste l’altro genitore.

2) Altri omosessuali hanno figli da relazioni eterosessuali precedenti ma l’altro genitore è deceduto, in tal caso rimarrebbe solo un genitore biologico in vita. Nel caso questo venisse a mancare il tribunale dei minori decide di affidarlo o darlo in adozione alle persone più vicine e di cui il minore ha più fiducia e relazione.
In tal caso la giurisprudenza da priorità al convivente more uxorio anche se omosessuale.

3) Il caso più diffuso e’ quello di un figlio concepito all’estero, tramite utero in affitto o fecondazione eterologa (con donatore esterno).
Sono questi casi che necessitano della stepchild: a questi bambini e’ stato negato un genitore per scelta consapevole, non sono bimbi adottati perché hanno perso un genitore per cause gravi, ma bimbi a cui sono state complicate le origini e negato il rapporto padre e madre, spesso a seguito di un contratto con un donatore/donatrice/portatrice/surrogata/uteroinaffitto.
Ecco perché la stepchild e’ fondamentalmente una sanatoria permanente per l’utero in affitto (vietato in Italia dalla legge 40) e la fecondazione eterologa. Ragion per cui esse sono moralmente ed eticamente inaccettabili.

P.B.

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