Essere contro l’utero in affitto è un dovere per tutti

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L’utero in affitto prevede l’uso di donne come incubatrici per bambini di altri o suoi che verranno allontanati da lei e “adottati” tramite leggi ingiuste di paesi compiacenti e in Italia tramite sentenze e “giurisprudenza creativa”.

In molti casi si tratta di coppie eterosessuali o omosessuali. Spesso la critica alla pratica all’utero in affitto viene vista come una offesa alle persone omosessuali. Si tratta di una critica senza senso.
Come persone gli omosessuali possono essere migliori di tanti eterosessuali, non sono le loro qualità umane ad essere in questione.
Vi sono milioni di persone avversi alla pratica dell’utero in affitto. Molti sono essi stessi omosessuali, in molte nazioni sono le stesse organizzazioni di categoria ad essere contrari alla surrogazione. In Italia è nota l’avversione di ArciLesbica a tale pratica.

Chiunque adotti tale pratica, single, coppie, gruppi, di qualsiasi razza o orientamento, lede il diritto delle donne a poter stare con i propri figli e quello dei figli ad avere un legame con le proprie origini.

L’ingiustizia della pratica dell’utero in affitto è evidente dal dato di natura: i bambini nascono da mamma e papà, una donna e un nuomo, che hanno dna diversi, formazione della psiche differente, uguali diritti e doveri, ma negare per contratto (e non per un accidente della vita, come un lutto, un divorzio, una gravidanza inattesa) la figura del padre o della madre, o la certezza delle origini (ovulo A in utero B fecondato da sperma C mixato con sperma D), o distaccare dal seno materno un neonato per scelta (e non per malattia, morte, tragedia, problemi mentali, ecc) e’ ingiusto (vale anche per gli eterosessuali che fanno tali pratiche). Inoltre la fecondazione eterologa spesso necessaria per la surrogazione, predispone a maggiori rischi il nascituro, come epilessia, disfuzioni, un tasso di mortalità entro 5 anni più elevato, problemi psicologici per l’abbandono, oltre che richiedere l’eliminazione (per eccesso o selezione) di altri 5-10 embrioni fecondati per ogni ciclo di fecondazione.

I figli hanno il diritto ad avere un padre e una madre e ad essere procreati in maniera naturale e senza selezioni in laboratorio (nella fecondazione in vitro sempre piu’ spesso vengono garantiti servizi come la scelta del colore di occhi, capelli, pelle, quoziente intelligenza, ecc). Non esiste alcun diritto ad avere dei figli che semmai vanno accolti e amati, non scelti, selezionati, affittati, surrogati, ecc.

Urge una mobilitazione delle coscienze e una attivazione di tutte le persone e istituzioni per vietare a livello mondiale tale pratica che lede tanti diritti e la dignità stessa del nascituro.
Paolo Botti – Ass. Amici di Lazzaro

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