La Nigeria, il “gigante d’Africa,” è un paese di 200 milioni di abitanti formato da 36 Stati in cui vivono più di 300 gruppi etnici differenti. È attraversato da forti spinte identitarie e scosso da ricorrenti tensioni sociali, che hanno influenzato le spinte migratorie interne ed esterne al Paese. L’instabilità sociale ed economica, e la conseguente povertà diffusa, ne fanno un Paese di forte emigrazione con un’alta incidenza di richiedenti asilo: i migranti nigeriani nel mondo sono più di 1,2 milioni, suddivisi prevalentemente tra 5 Paesi (Stati Uniti d’America, Regno Unito, Camerun, Niger e Italia).
I flussi migratori più rilevanti verso l’Italia sono iniziati nei primi anni Novanta, con un andamento piuttosto costante fino ai nostri giorni. I primi attori della catena migratoria dal Paese africano sono state le donne, spesso gravemente esposte al rischio di tratta di esseri umani, un circuito alimentato anche dalle difficoltà economiche, dalle limitate possibilità di lavoro, dall’analfabetismo e dalla discriminazione.
Al 1° gennaio 2022, i nigeriani regolarmente soggiornanti in Italia sono 98.692, una presenza che colloca la comunità in quattordicesima posizione per numerosità tra le principali di cittadinanza non UE. I cittadini nigeriani rappresentano il 2,8% del complesso della popolazione non comunitaria, a fronte di una crescita del 7,7% rispetto al 2021.
La piramide dell’età della comunità nigeriana in Italia si caratterizza per una maggioranza di giovani: la metà ha meno di 30 anni (a fronte del 37% circa rilevato sul complesso dei non comunitari). In particolare, prevale la classe dei minori, che raggiunge un’incidenza del 26%: gli oltre 25mila minori nigeriani rappresentano il 3,5% dei minori non comunitari presenti in Italia al 1° gennaio 2022. Si tratta di un dato da collegare sia ai crescenti ricongiungimenti familiari che all’alto tasso di natalità all’interno della collettività, che risulta quarta, tra le principali non comunitarie, per quota di minori.
La collettività ha di conseguenza un’età media piuttosto bassa (29 anni) e presenta un leggero squilibrio di genere a favore della componente maschile (le donne rappresentano il 45% della comunità). A differenza dell’andamento decrescente delle nascite in Italia, la comunità fa rilevare una forte crescita delle nascite (+9% circa): da 2.918 del 2020 a 3.177 del 2021. Complessivamente, a partire dal 2010, sono nati oltre 655mila bambini con cittadinanza non comunitaria in Italia, oltre 27mila (il 4%) di cittadinanza nigeriana.
Il tasso di natalità (26,6‰) della comunità si conferma superiore a quello rilevato per il complesso della popolazione non comunitaria (12,3‰) e decisamente superiore a quello della popolazione autoctona (6,4‰), concorrendo a spiegare anche l’elevata quota di minori.
Testo da
Rapporti annuali sulle comunità migranti in Italia, curati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali-Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione con la collaborazione di ANPAL Servizi SPA,