Modalità e motivi della presenza nigeriana in Italia (2022)

Foto di Ahmad Bello da Pixabay

I dati sui titoli di soggiorno fotografano un processo di stabilizzazione della comunità ancora poco maturo seppur in costante crescita, come mostra la crescente quota di lungosoggiornanti e di ingressi e permessi legati a motivi familiari.

I nuovi titoli di soggiorno rilasciati nel corso del 2021 a cittadini nigeriani sono stati 7.799, con una crescita esponenziale rispetto all’anno precedente (+99,4%), in linea con il trend rilevato per il complesso dei non comunitari (+126,8%). Dopo il drastico calo registrato nel 2020 a causa delle restrizioni alla mobilità introdotte a livello globale per contrastare il diffondersi del virus SARS-COV-2, nel 2021 si è assistito a una generale crescita dei nuovi permessi, anche grazie al provvedimento di emersione del lavoro irregolare (D.L. 34 del 2020) che ha permesso la regolarizzazione di cittadini non comunitari già presenti sul territorio.

La comunità in esame si colloca in ottava posizione per numero di nuovi permessi di soggiorno rilasciati, attestandosi su una quota pari al 3,2% del totale dei permessi rilasciati a cittadini extra UE.

Nella maggioranza dei casi i cittadini nigeriani entrati nel Paese nel 2021 lo hanno fatto per motivi familiari (44,4%), con un aumento del 115,4% rispetto all’anno precedente. Di questi ingressi per la comunità, 2.940 erano relativi a minori, l’85% circa dei nuovi permessi per motivi familiari; relativamente ai cittadini extra UE nel loro complesso, la percentuale di minori si ferma al 55,5%.

I ricongiungimenti familiari sono un importante indicatore del grado di integrazione, perché parlano del consolidamento della presenza del richiedente sul territorio in cui è residente, considerata la necessità di dimostrare il raggiungimento di determinati standard di integrazione economica e alloggiativa (disponibilità di un alloggio idoneo e di un reddito minimo) per ottenere il nulla osta al ricongiungimento.

Inoltre, l’unità famigliare che è riconosciuta come diritto fondamentale nel nostro ordinamento, contribuisce a creare una stabilità psicologica, che è parte integrante del nuovo percorso di stabilizzazione in un Paese straniero.

Spicca, nel confronto con l’anno precedente, anche il marcato incremento dei nuovi titoli legati a motivi di studio (+195%), nonostante l’incidenza piuttosto esigua sul totale dei permessi rilasciati per i cittadini della collettività (1,6%). Crescono anche i permessi per richiesta d’asilo o titolarità di una forma di protezione (+119%), seconda motivazione di ingresso dei cittadini nigeriani nel 2021: la comunità è seconda, dopo il Pakistan, per incidenza di questa motivazione di ingresso. I titoli per motivi di lavoro – il 5,8% del totale – sono i soli ad aver fatto registrare un calo (-7,1%), mentre per il complesso della popolazione extra UE hanno visto una forte crescita (+395%), in buona parte grazie al citato provvedimento di regolarizzazione.

Come accennato, l’analisi della tipologia dei permessi di soggiorno conferma lo stato ancora acerbo del processo di stabilizzazione della comunità: la quota di lungosoggiornanti dei cittadini nigeriani in Italia, al 1° gennaio 2022, è pari al 38,3%, una percentuale ben al di sotto della media dei non comunitari (65,8%). La comunità è infatti ultima, tra le 16 analizzate, per incidenza di lungosoggiornanti. Come rilevato complessivamente per la popolazione non comunitaria, per la quale la percentuale di lungosoggiornanti è cresciuta del 7,8% rispetto al 2020, anche nella comunità nigeriana si registra una crescita (seppur meno rilevante, +4,2%).

A conferma di una recente presenza migratoria e di un processo di stabilizzazione ancora in fieri, nonché del difficile contesto nel Paese d’origine, la richiesta d’asilo e la protezione internazionale, o di altro tipo, rappresentano la principale motivazione di soggiorno in Italia dei nigeriani (53,4%), con un’incidenza superiore di quasi 39 punti percentuali rispetto a quella registrata sul complesso dei cittadini non comunitari (per i quali rappresentano la terza motivazione). Al secondo posto si collocano, per la collettività africana, i permessi per motivi familiari: 23,3%, a fronte di un’incidenza registrata sul complesso della popolazione extra UE pari al 42,4%, in leggero aumento rispetto all’anno precedente (+7%). Nel 75,5% dei casi i soggiornanti per motivi familiari sono minori. Il lavoro rappresenta la motivazione di soggiorno del 18,8% dei permessi a scadenza relativi a cittadini nigerini, una percentuale che sale al 34,4% per la popolazione non comunitaria nel suo complesso.

Dalla breve analisi delle principali caratteristiche demografiche della comunità emerge chiaramente che il consolidarsi della stabilizzazione delle presenze è ancora in uno stadio iniziale, anche se l’arrivo dei familiari sta cambiando gradualmente il profilo della collettività in Italia, configurandosi sempre più come una popolazione composta da nuclei familiari.

Testo da
Rapporti annuali sulle comunità migranti in Italia, curati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali-Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione con la collaborazione di ANPAL Servizi SPA,

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