Ai suoi compagni a Roma (San Francesco Saverio 1 gennaio 1542)

Mozambico 1 gennaio 1542
La grazia e l’amore di Cristo nostro Signore siano sempre in nostro aiuto e favore.

Da Lisbona ti scrissi, alla mia partenza, di tutto ciò che là accadeva, da dove partimmo il 7 aprile 1541. Viaggiai per mare frastornato per due mesi, spendendo molto lavoro per quaranta giorni sul versante della Guinea, sia con grande bonaccia
sia con il meteo che non ci aiutava.


Dio nostro Signore ha voluto concederci un favore così grande portandoci su un’isola [Mozambico], dove ci troviamo ancora oggi.

Perché sono certo che dovete riposare nel Signore, se Dio nostro Signore ha voluto usarci per servire i suoi servi. Una volta arrivati ​​qui, ci siamo presi cura dei poveri dolenti che venivano con l’esercito; e così mi sono occupato di confessarli, di comunicarli e di aiutarli a morire bene, servendomi di quelle indulgenze plenarie che Sua Santità mi ha concesso per le parti qui. Quasi tutti morirono con grande gioia nel vedere che nell’ora della morte avrebbero potuto essere pienamente assolti. Messer Paulo e Messer Mancilla trattarono le questioni temporali. Tutti abbiamo posato con i poveri, secondo le nostre piccole e deboli forze, occupandoci così del temporale così come dello spirituale. Il frutto che si produce, Dio lo sa, perché fa tutto lui.

È per noi una consolazione, e non piccola, che dopo tutto il governatore e tutti i nobili che vengono in questo esercito, i nostri desideri sono molto diversi da ogni favore umano, ma solo per Dio; perché il lavoro era di tale qualità che non oserei fare il giro del mondo per un solo giorno. Ringraziamo Dio nostro Signore per averci donato questa conoscenza e per averci dato la forza per completarla. Il governatore mi ha detto che ha una grandissima speranza in Dio nostro Signore che dove ci manderà, molti cristiani si convertiranno [molti pagani diventeranno cristiani]. Per amore di nostro Signore, tutti vi supplichiamo che nelle vostre preghiere e nei vostri sacrifici abbiate un ricordo speciale di pregare Dio per noi, poiché ci conoscete e sapete quanto siamo vili.

Una delle cose che ci dà molta consolazione e che accresce grandemente la speranza che Dio nostro Signore ci dia favore, è la piena conoscenza che abbiamo di noi stessi, che tutte le cose necessarie per un ufficio di manifestare la fede di Gesù Cristo, vediamo che ci mancano; e poiché ciò che facciamo è solo servire Dio nostro Signore, abbiamo sempre speranza e fiducia, che Dio nostro Signore, per il suo servizio e la sua gloria, ci donerà abbondantemente a suo tempo tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Se là ci fossero delle persone molto desiderose di servire Dio nostro Signore, ne seguirebbero molti frutti se ne mandaste alcune in Portogallo, perché dal Portogallo, con la flotta che viene di lì ogni anno, verranno in India.

Venendo via mare ho predicato ogni domenica, qui in Mozambico tutte le volte che ho potuto. La volontà e l’affetto che ci dimostra il governatore e l’amore che ha per noi è tanto che ogni favore per il servizio di Dio nostro Signore è certissimo (nel governatore) di concedercelo.

Mi piacerebbe tanto poter scrivere più a lungo, ma per ora [adesso] la malattia non lo permette; Oggi mi hanno salassato per la settantesima volta e mi hanno trovato in uno stato mediocre. Dio lodato. Invierai le mie istruzioni a tutti i nostri conoscenti e amici.
Dal Mozambico il primo giorno di gennaio 1542.
Francesco.

Traduzione di Paolo Botti dallo spagnolo

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